Politica

L’ultima tentazione: confessarsi on line

I «peccatori» americani raccontano i lati oscuri della propria anima e chiedono perdono

Silvia Kramar

Su Internet ormai la gente fa shopping, paga i conti, legge le news, si spoglia, si sposa, si stuzzica nelle fantasie sessuali più remote, si manda messaggi cattivi e spesso cretini e si prenota viaggi in isole remote. Adesso l'autostrada dell'informatica digitale offre anche un altra possibilità: quella di confessarsi. Un po’ come un sacerdote, un po’ come un amico e anche come la vetrina di milioni di guardoni, questa nuova «fermata» di Internet offre un confessionale pubblico che stuzzica le fantasie di milioni di giovani.
I siti si stanno moltiplicando con l'elasticità delle cose nuove: c’è ad esempio grouphugs.us, dove c'è chi pubblica i propri peccati, sperando di essere perdonato e capito. C'è notproud.com sul quale, ogni giorno, migliaia di anonimi scrittori rovesciano le proprie anime, i propri peccati, le cose non dette e non fatte, i rimorsi di tutta una vita o anche solo i peccati dell'ultimo momento. C'è poi dailyconfession.com, nel quale si chiede ai partecipanti, in cambio dell'anonimato, di ammettere i propri peccati ogni giorno, alla stessa ora: un po’ come una meditazione buddista.
Comunque, tra tutti quanti, il sito più seguito e più artistico si chiama PostSecret (all'indirizzo postsecret.blogspot.com) ed ha inventato una formula geniale: per apparire sul sito bisogna affrancare e spedire, per posta, una cartolina creata dal peccatore, che contenga un messaggio visuale e uno scritto. C'è chi invia un collage, chi una fotografia, chi una vera e propria opera d'arte in miniatura. Così, una accanto all’altra, queste cartoline, che appaiono su uno sfondo semplicemente nero, rappresentano un po’ una galleria moderna, con un contenuto grafico altamente scioccante che ricorda le opere di Damien Hirst, di Barbara Kruger o di Sophie Calle. Ma è il messaggio dell'artista anonimo, la sua confessione, che colpisce al cuore. Su una cartolina, raffigurante una foto delle Torri gemelle in fiamme, si legge: «Lui sarebbe dovuto andare al lavoro, quel mattino. Mi sarebbe piaciuto...». In un'altra si legge: «Ho pianto per la morte di Anakin Skywalker, nell'ultimo episodio di Guerre stellari, ma non per le vittime del tsunami».
In un'altra c’è una ragazza che ha disegnato due lunghe gambe in un collant di seta dicendo: «Ho deciso che finalmente perderò la mia virginità a Parigi, il 22 novembre del 2005». C'è una foto di una ragazzina nuda (senza testa) con scritto: «I miei amici credono che sia una ragazzina timida e per bene, invece non sanno che pubblico le mie foto nude su Internet».
Oppure c'è una cartolina scurissima, su cui si legge a fatica; «Odiavo mio marito e quand'era sopra di me piangevo. L'ho lasciato: scappate anche voi, la vita è breve».
Molte confessioni non portano con sé un minimo di pentimento, come quella di chi scrive: «Ho fatto sesso con degli sconosciuti per soldi - e mi è piaciuto». Il critico del New York Times Sarah Boxer, che adora PostSecret, ha ammesso che non tutti i partecipanti, forse, dicono la verità.

Che potrebbero essere non solo dei «confessori segreti, ma anche degli spogliarellisti dell'anima».

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