L’ultimo flop di Epifani: isolato e costretto alle scuse

RomaNon glien’è riuscita una. Il XVI congresso della Cgil, l’ultimo di Guglielmo Epifani da segretario generale, si è chiuso ieri. E il bilancio è, se possibile, peggiore di quello della precedente assise che, nel 2006, suggellò il «patto fiscale» con Romano Prodi. Questo sarà invece ricordato come il congresso dei fischi e delle relative scuse del segretario. Scuse riservate solo ad alcuni. Sì a Cisl e Uil; no, o tardive, a governo, Confindustria e governatori del Pdl.
Fotogramma di un sindacato che è diviso al suo interno, con una sinistra antagonista che non sostiene Epifani, ma che lo condiziona al punto che il segretario generale non è riuscito a fare uscire la Cgil dall’angolo. Che poi era l’unico vero obiettivo del congresso. Epifani nella sua relazione ha dato la colpa ad alcuni esponenti del governo, ma la principale organizzazione dei lavoratori non riesce più ad avere reali interlocutori nemmeno tra gli altri sindacati (le aperture reciproche sono state solo di forma) o, peggio, tra le imprese. Anche il tentativo di trovare una sponda nella grande industria, in particolare nella Fiat, non è riuscito. A peggiorare il congresso la coincidenza con il punto più acuto della crisi. Epifani ha esposto un piano che doveva essere l’asso da calare, una ricetta per inchiodare gli altri sindacati e la politica. Prevede l’assunzione di 400mila dipendenti pubblici. E, proprio perché tutto basato sulla spesa pubblica, non è stato preso sul serio da nessuno. Così come pochi ieri hanno dato peso all’accusa al governo di avere messo in campo «un attacco ai diritti dei lavoratori».
Ha invece destato stupore l’annuncio che contro il varo dello Statuto dei lavori annunciato dal ministro Maurizio Sacconi, la Cgil è pronta alla mobilitazione. La segreteria Epifani ha scelto più volte scioperi generali in solitaria. Ad esempio contro la riforma dei contratti varata dagli altri sindacati (Cisl, Uil, Confsal, Ugl) e da tutte le associazioni datoriali. Peccato che poi, tutte le categorie Cgil - a parte i metalmeccanici della Fiom -, abbiano applicato quel modello. Poi c’è stato lo sciopero contro la crisi. Tutte mobilitazioni che hanno registrato adesioni di minoranza. Poi c’è stata la vicenda dei precari che lavorano per la Cgil, lanciata dal Giornale e poi ripresa dalla trasmissione Le Iene. Si sono incatenati ai cancelli del congresso e ieri è anche passato un ordine del giorno nel quale si impegna l’organizzazione a trovare una soluzione. Fallimenti talmente evidenti che ieri sono stati rilevati anche dalle agenzie di stampa. Il nome più citato al congresso Cgil di Rimini è stato quello del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni che, nonostante i fischi, ha teso una mano alla Cgil. Anche se poi ha fatto capire che non toccherà certo a Cisl e Uil cambiare linea.
La sfida toccherà al prossimo segretario. Epifani passerà le consegne in settembre. Ma si comincia a non dare più per scontata la scelta di Susanna Camusso.

Se fosse stata il segretario generale in entrata avrebbe parlato al congresso, mentre le cronache della tre giorni a malapena la citano. Nelle settimane scorse si era parlato della riformista Nicoletta Rocchi. C’è chi sospetta che Epifani voglia tentare il terzo mandato, ma è un’ipotesi irrealistica, assicurano fonti Cgil.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica