da Roma
Le leggi finanziarie sono diventate due: quella «ufficiale», che continua ad essere stancamente esaminata, fra una sospensione di seduta e laltra, dallaula di Montecitorio; e quella «reale», cioè il maxi-emendamento (o forse i maxi-emendamenti) su cui il governo Prodi porrà nelle prossime ore la questione di fiducia. Il Consiglio dei ministri è stato convocato per domattina alle 10: sarà loccasione per autorizzare la richiesta di fiducia alla Camera, a meno che lannuncio non arrivi già oggi. I tempi sono, infatti, più che maturi: fra scritture e riscritture, modifiche e ripensamenti, accelerazioni e marce indietro (lultima, clamorosa e repentina, quella sulla tassa di soggiorno a carico dei turisti), il ritardo finora accumulato è diventato abissale.
Ieri, a Montecitorio, è trascorsa unintera giornata per esaminare gli articoli 11, 12, 13 e 14, relativi a imposte locali e trasferimento del catasto ai Comuni. Un trasferimento che, come ha ricordato Maria Teresa Armosino (Fi), troverà impreparata la stragrande maggioranza degli enti locali, in particolare i centri medio-piccoli.
Lintera legge finanziaria, tuttavia, contiene poco meno di 220 articoli. La scadenza di domenica prossima, 19 novembre, per lapprovazione dellintera manovra 2007 è evidentemente scritta sullacqua. Maggioranza e opposizione si scambiano accuse di colpevolezza per questo stato di cose: «Spero che la fiducia si possa ancora evitare - sostiene il vice capogruppo dellUlivo Gianclaudio Bressa - ma il persistente atteggiamento ostruzionistico dellopposizione non fa ben sperare». Per Pino Sgobio, capogruppo dei Comunisti italiani, al voto di fiducia non cè alternativa: «La maggioranza concordi il maxi-emendamento, migliorando gli aspetti sociali della manovra, e proceda spedita verso la fiducia». Al contrario, ribatte Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia cristiana, «la fiducia sarebbe un segnale negativo: se si vuole chiudere la porta in faccia al dibattito, ognuno se ne assuma la responsabilità». Per Enrico La Loggia (Forza Italia) la fiducia serve soltanto a «ricompattare una maggioranza sfilacciata». E Gianni Alemanno (An) osserva che governo e maggioranza cambiano il testo ogni giorno: «È diventata una Finanziaria ad assetto variabile», ironizza lex ministro dellAgricoltura.
E mentre alla Camera si consumava un dibattito surreale sulla Finanziaria «ufficiale», in via XX Settembre, al ministero dellEconomia, gli uffici lavoravano a pieno regime per scrivere un maxi-emendamento che potrebbe contenere più di un migliaio di commi: un testo illeggibile, indecifrabile, inzeppato di emendamenti mai discussi né in commissione Bilancio né in aula. Bisogna infatti ricordare che la Finanziaria non è stata di fatto esaminata neppure in commissione, e con la fiducia non lo sarà neppure in aula. Il testo originario dellarticolato consta di trecento pagine: si immagini che cosa significa condensarle in un solo maxi-emendamento. Il Parlamento voterà la manovra al buio, e non è escluso che vi si troveranno allinterno nuove sorprese, e magari errori marchiani. Fra le maggiori incognite, la formulazione dellarticolo 53 sul contenimento della spesa pubblica nel triennio 2007-2009.
La fiducia è in arrivo non solo sulla Finanziaria alla Camera, ma anche al Senato sul decreto fiscale (che della manovra 2007 costituisce parte importante; solo per fare un esempio, contiene la nuova tassa di successione). «Il clima è buono, e la maggioranza è compatta, come ha dimostrato mercoledì nel voto sui presupposti costituzionali - sostiene Antonello Cabras, responsabile economico dei Ds -: la fiducia ci sarà venerdì o martedì. Dobbiamo andare avanti, realizzando la manovra economica del governo».
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