Bruxelles. «Non è abbastanza», «non cè niente di scritto», «ci vogliono chiarimenti»: 48 ore dopo la presentazione in extremis del piano per evitare la sospensione dei negoziati con lEuropa, la Turchia è finita ieri sotto il pressing concentrico dellUe, che vuole vederci chiaro nella mossa a sorpresa di Ankara di aprire gli scali a Cipro. Laltro ieri a Bruxelles è stata la giornata in cui sembrava che la Turchia potesse evitare la brusca frenata nei negoziati. Ieri, invece, è apparso chiaro che labile mossa della diplomazia turca è stato solo un mezzo passo in avanti. La palla è ormai in mano ai ministri degli Esteri Ue, che sincontreranno lunedì a Bruxelles, tre giorni prima del summit tra i leader dei 25, i quali con ogni probabilità dovranno anche loro confrontarsi con il dossier Turchia.
A evocare la necessità che Ankara formuli in un modo più rigoroso e chiaro la sua proposta è stata la presidenza finlandese di turno Ue. Helsinki ha inoltre fatto notare che il governo Erdogan deve mettere nero su bianco la sua proposta, richiesta che per il momento Ankara sembra non voler accogliere. Durante tutta la giornata, il piano è stato sotto la lente dingrandimento dei rappresentanti Ue. LItalia ha per esempio ribadito di essere in linea con il documento della Commissione Ue, in cui si chiede la sospensione di 8 dei 35 capitoli delle trattative Ue-Ankara, anzi, per il nostro governo bisognerebbe bloccarne solo 3, quelli più legati al commercio.
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Bruxelles vuole chiarezza sullofferta. LItalia: no a condizioni vessatorie
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