Roma - Contro di lui crepita la rabbia e il fuoco di fila del centrodestra. Ma Marco Follini è anche al centro del grande banchetto di dichiarazioni e apprezzamenti che l’Unione ha imbandito per lui. Una sorta di festa di benvenuto organizzata per ringraziare l’uomo che, con l’abbandono del suo schieramento e il passaggio sul fronte nemico, consentirà, con ogni probabilità, la sopravvivenza del governo Prodi.
Per l’ex vicepremier del governo Berlusconi è tutto un raccogliere consensi e attestati di stima dalle parti del centrosinistra. Un sostegno che arriva dai luoghi politici più impensati. «È un sincero democratico che stimo da tempo», dice di lui il segretario di Rifondazione, Franco Giordano. «Apprezzo le sue qualità anche culturali, è persona limpida che si unisce alla maggioranza senza una logica di scambio».
Follini è l’uomo del giorno. Ma è anche la frontiera della speranza per un ulteriore allargamento, l’apripista di una possibile migrazione futura. In tanti nell’Unione leggono nell’appoggio esterno dell’ex segretario Udc la sponda per l’adesione futura di parlamentari appartenenti all’area cattolica e moderata del centrodestra. «Se il centrosinistra riesce a ottenere la fiducia e la maggioranza resta stabile per un po’, sono convinto che questa coalizione si potrà allargare ulteriormente» dice l’Udeur, Mauro Fabris. E Giorgio Merlo della Margherita già prefigura un riequilibrio dell’asse del governo. «L’adesione di Follini, al di là dei numeri - suggerisce - può essere un poderoso stimolo per rafforzare la presenza riformista della coalizione e la stessa componente moderata». Una previsione che Piero Fassino fatica, però, ad accreditare. «Non credo che Follini, di cui io valuto l’importanza, sposti in senso moderato l’asse del governo perché nel centrosinistra ci sono personalità più moderate di Follini». Clemente Mastella, invece, si occupa di smentire i gossip sulla possibile «contropartita». «Follini ministro? È una cattiveria. Non avrà alcun ministero - spiega - vuole solo garantire la governabilità del Paese e avviare una forte idea del centro».
Sull’altro fronte la comprensibile rabbia del centrodestra risuona in tutto il suo fragore. «La decisione di Follini è un errore madornale, un fenomeno di trasformismo vero e proprio», attacca il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, intervenendo a «Domenica in». Il leader centrista spiega di essere «dispiaciuto» anche dal punto di vista umano, («Marco è un mio carissimo amico») e assicura che l’Udc non cambierà schieramento: «Non tradiremo gli elettori, adesso siamo all’opposizione e vogliamo restarci per mandare a casa questo governo che sta facendo del male alle famiglie italiane». Duro anche il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti. «Follini? È un vispo tereso della politica che svolazza da una parte all’altra con quel vizio insopportabile di dare lezioni». E l’azzurro Maurizio Lupi si spinge fino a suggerire una lettura retrospettiva dei malumori dell’attuale numero uno dell’Italia di Mezzo. «Finalmente abbiamo capito cos’era la discontinuità che Follini chiedeva quando era al governo con la Cdl, voleva dire andare a sinistra. E pensare che con quella discontinuità ci ha fatto perdere un sacco di punti nei sondaggi, significa che lavorava già per Prodi».
Roberto Calderoli, invece, invita l’Unione a non cantare vittoria troppo presto. «Dalla crisi esce, se esce, una maggioranza tenuta insieme da uno sputo, di Follini, ed esposta a ogni rischio. Non so se la settimana prossima ci sarà davvero una maggioranza e questo dubbio - aggiunge Calderoli - deve averlo anche il centrosinistra, visto che il voto di fiducia al Senato verrà posticipato a giovedì per attendere il rientro dall’estero della senatrice a vita Montalcini». Nel frattempo la base centrista si mobilita.
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