L’uomo al tempo della crisi si rimette gli abiti da lavoro

FirenzeMeno calciatori e più lavoratori. Ecco il messaggio che emerge da Pitti Immagine Uomo, rassegna della moda maschile in scena a Firenze da ieri fino al prossimo venerdì con le collezioni dell'inverno 2010. Organizzatori ed espositori puntano infatti sull'estrema praticità dell'abito da lavoro cercando ma soprattutto trovando un punto d'incontro tra etica ed estetica, bellezza e sicurezza. Non a caso a inaugurare questa edizione numero 75, è stato il ministro del lavoro Maurizio Sacconi insieme con Salomone Gattegno, responsabile della commissione sicurezza istituita in Confindustria da Emma Marcegaglia. Ma dopo il fiume di parole dei discorsi ufficiali c'è stata la visita in anteprima della mostra a cura di Oliviero Toscani («Workwear lavoro moda seduzione», alla Stazione Leopolda da oggi fino all'8 febbraio) così toccante e intelligente da meritare perfino l'approvazione dell'ipercritico Vittorio Sgarbi. «In Italia la gente pensa che vestirsi con le divise professionali sia degradante - ha detto Toscani - forse ci vorrebbero i caschi firmati da Dolce & Gabbana perché in autostrada come nei cantieri intorno a Montecitorio vedo gli operai senza le dovute protezioni. Io invece amo i colori segnaletici come l'arancio-catarifrangente, indosso sempre i jeans che fino a prova contraria sono nati come pantaloni da lavoro e vorrei tanto la giacca della Croce rossa per andare in moto ma non so dove andarla a comprare».
Difficile crederlo visto che il fotografo-comunicatore ha lavorato più di un anno sull'esposizione trovando di tutto: dalla cotta da macellaio che sembra una creazione in maglia metallica di Gianni Versace alle caramelle che la Cigl distribuisce con i tappi per le orecchie contro il rumore assordante di certe fabbriche. In mostra ci sono poi le creazioni degli stilisti che si sono ispirati al workwear: da Armani a Krizia passando per Elsa Schiaparelli, una folla di nomi impressionanti. Da qui a proporre Cipputi come un modello d'eleganza ce ne corre, ma non è un caso che proprio in questi giorni sia stato definito l'accordo tra Pramac, gruppo specializzato in pannelli solari e pale eoliche e la A-moda di Alessandro Bastagli che 3 anni fa ha acquistato Smith's, storico marchio che dal 1906 ha come motto: «Quando c'è un lavoro da fare, noi ti vestiamo». Venduti nei negozi di ferramenta, nei depositi edili oppure nei consorzi agrari, i capi Smith's hanno attirato l'attenzione dei buyer che dalla A-moda comprano le collezioni Everlast (più di un milione di pezzi l'anno) oppure Momo Design. Quattordici modelli Smith's realizzati per Pramac saranno venduti in 4.000 punti vendita, mentre il resto della collezione arriverà nelle boutique.
Il successo è garantito anche perché la tendenza è davvero nell'aria. Per esempio lo stivale da lavoro Frank di Oxs è stato scelto da Bono e Jon Bon Jovi mentre Sylvester Stallone se lo fa addirittura personalizzare con la scritta "Only for Sly". Invece domani sera la collezione Crust verrà presentata nel parcheggio di piazza Alberti a Firenze dai Pakour, un gruppo di acrobati a francese che addestra i pompieri parigini a non cadere.

E mentre Pirelli lancia la scarpa PzeroRex in rete metallica e suola con impronta radiale indeformabile, nasce la linea Om, marchio delle storiche Officine Meccaniche che producevano il mitico Leoncino su cui l'Italia ha felicemente trasportato le merci del boom economico. Che sia di buon auspicio?

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