Lacrime e rabbia «Ora intervenga il governo»

Applausi, rabbia, slogan contro Cai e governo, ma anche occhi lucidi, paura e dubbi per il futuro. Piloti, assistenti di volo, personale di terra e tanti precari affollano l’assemblea all’aperto nell’area tecnica dell’aeroporto di Fiumicino quando arriva la notizia del ritiro dell’offerta da parte della cordata italiana. «Non sono contento, sto vivendo un dramma, ma sono felice di non avere come padrone chi ci aveva preso per il collo», sibila al megafono un rappresentante degli assistenti di volo. Qualcuno propone di «autotassarsi» lo stipendio di un terzo per mandare avanti la compagnia fino a trovare un nuovo compratore.

Tutti lamentano che le condizioni proposte erano «inaccettabili», i precari - sottopagati anche adesso e praticamente esclusi dalla trattativa - in prima fila. Tra i sindacalisti al megafono qualcuno addirittura rispolvera una impraticabile soluzione «statale» con l’ennesimo rifinanziamento per risanare. Ma nello scalo fila tutto liscio: voli regolari, nessun disagio.

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