Cera una volta il grande furto darte, quello di capolavori il cui trafugamento bruciava come uno sfregio per lintera comunità mondiale e faceva scatenare per anni (spesso invano) gli investigatori dellInterpol. Come il Vermeer del «Concerto» volatilizzatosi il giorno di San Patrizio dall'Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, o il «Ritratto di Dora Maar» di Pablo Picasso trafugato dallo yacht «Coral Island» nel porticciolo di Antibes, o come il «Ritratto» di Francis Bacon firmato Lucian Freud svanito dalla Neue Nationalgalerie di Berlino, o ancora il Caravaggio della Natività con San Francesco e San Lorenzo sparita dall'Oratorio di San Lorenzo di Palermo. Fino al celeberrimo «Urlo» di Munch gabbato nellestate del 2004 al museo di Oslo. Cera una volta. Larte contemporanea, però, quella dei vernissage a ostriche e champagne con i vip del cinema, sembra aver cambiato molte cose: parametri, quotazioni e anche le strategie criminali. Così può accadere, come due notti fa, che i ladri si intrufolino nella residenza francese di Anselm Kiefer, uno dei più importanti e quotati artisti del momento ma, trovatisi di fronte a una sua grande installazione scultorea, decidano di smontarla e portarsi via solo dei pezzi di piombo. Già perché il vil metallo è uno dei materiali privilegiati del «neoespressionista» tedesco famoso per le sue opere monumentali (molti ricorderanno le «torri» esibite nellhangar Bicocca di Milano) in cui utilizza quasi sempre materiali poveri come pietra, vetro e cemento. Ma i ladri, certamente poco avvezzi a gallerie e riviste darte, non si sono lasciati conquistare dalla potenza dei simboli e delle metafore alchemiche che contraddistinguono lopera di Kiefer, e hanno preferito le 30 pesanti lastre di metallo, piazzabili sul mercato a poche migliaia di euro. Pochi maledetti e subito, in tempi di recessione. Certo, se questi Arseni Lupin metallurgici avessero letto qualche buon magazine darte o le quotazioni delle case dasta internazionali avrebbero scoperto che quel totem di piombo, vetro e cemento valeva almeno un milione di euro e che le opere di Kiefer sono ben collocate nei più grandi musei darte non solo contemporanea, come il Louvre. E, invece di accanirvisi con scalpelli e martello avrebbero fatto meglio a noleggiare un Tir. La notizia, riportata nel noto sito darte Exibart, ha suscitato scalpore tra gli addetti ai lavori ma anche qualche amara riflessione. Senza nulla togliere allimportanza di Kiefer, da tempo è al centro di dibattiti il tema del valore dellarte contemporanea, cresciuto a dismisura negli ultimi 10 anni fino a superare in alcuni casi maestri di arte antica e moderna. Fece scalpore, pochi mesi fa, la vendita di un teschio di brillanti dellinglese Damien Hirst a 78 milioni di euro o del «Cuore» di Jeff Koons acquistato a 25 milioni a unasta Sothebys... dal suo stesso mercante, il magnate Larry Gagosian. «E qui casca lasino» dice Massimo Di Carlo, presidente dei galleristi italiani.
«Stiamo assistendo a una diabolica sinergia tra case dasta e grandi gallerie internazionali per gonfiare a dismisura il valore dellarte contemporanea che è ormai contigua a quello della moda. Fino a quando qualcuno resterà con lo status symbol, pardon, con il cerino in mano...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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