da Palermo
Inferno, canto ventiquattresimo, ottavo cerchio, bolgia VII. Dante visita i ladri che «con le mani legate da serpenti, si trasformano in rettili o si fondono con essi, oppure si inceneriscono e si ricompongono al morso dei serpenti». Chissà se Fabrizio Tumminello, lui tardivamente folgorato dal Sommo poeta, a questa terzina fosse già arrivato. In ogni caso, il giorno che verrà, rischia di andare a finire dritto tra le fiamme dannate dei reprobi.
Ieri la polizia lo ha ammanettato con un complice a Palermo mentre faceva da palo durante un furto. Con sé il kit del ladro perfetto, cacciaviti, arnesi da scasso vari e, ed ecco la sorpresa, un volume della «Divina Commedia». «Daccordo, arrestatemi, sequestratemi lo scooter e tutto il resto, ma per piacere lasciatemi il mio libro. Quello non lho rubato».
Tuminello, anni quarantuno, alle spalle più di una denuncia, agli agenti ha precisato che dopo aver visto in tv la lettura dantesca di Roberto Benigni si è innamorato dell'Alighieri. Al punto da portarsi sempre dietro il poema. «Non lo lascio mai, mi tiene compagnia».
Evidentemente meno interessati di lui agli esercizi della mente alcuni studenti del Centro educativo Ignaziano di via Piersanti Mattarella. Loro distratti a guardar fuori durante una lezione si sono accorti infatti dei due ladri che in cortile stavano per portarsi via una «mini car». Tumminello, a bordo di uno scooter faceva da palo, laltro stava cercando di mettere in moto la macchina. È scattato lallarme al 113.
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