Venga veda, chieda ovviamente scusa, oppure si dimetta. Venga a New York nella fattispecie, veda il lavoro che le autorità campane e lombarde stan facendo in occasione del Columbus day, chieda scusa per le parole che ha pronunciato, oppure esca dal governo.
Vera e propria «crisi istituzionale» sè aperta tra il presidente del consiglio regionale della Campania e il ministro per le Politiche europee. Due donne di razza e di rango oltretutto, Sandra Lonardo in Mastella ed Emma Bonino. La prima, col vicepresidente del parlamentino lombardo Enzo Lucchini, aprirà oggi la sfilata degli italoamericani a Manhattan. La seconda, laltro ieri a Capri coi giornalisti napoletani, ha criticato le spese «folli» quanto «inutili» delle missioni regionali, «alcuni governatori credono di essere ministri degli Esteri, aprono sedi di rappresentanza in altre nazioni e poi finiscono per promuovere pacchetti turistici». Così, alla vigilia del Columbus day che per la prima volta assegna il posto donore a rappresentanti delle istituzioni nostrane, la presidente e consorte del ministro della Giustizia lancia il guanto di sfida: «Il ministro Bonino ci raggiunga a New York per rendersi conto del lavoro che si sta facendo, diversamente rassegni le dimissioni dal suo incarico».
Era andata giù pesante la Bonino, forse nella foga di voler ricondurre al suo controllo il commercio con lestero che la riforma (voluta dal centrosinistra) del titolo V della Costituzione consente ormai alle Regioni. «Son partiti in 160 da Napoli per fare shopping» è la più leggera, «occorre far controlli» la più minacciosa. La moglie di Mastella è dolce ma pure dura. Così ha lestamente convocato una conferenza stampa, rintuzzando con fermezza: «Noi non siamo il ministero degli Esteri ma siamo i rappresentanti del nostro territorio: abbiamo lobbligo di fare ciò che ci compete senza sostituire alcuno». Poi con dolcezza: «Ho difeso la verità tant'è che ho invitato il ministro Bonino a raggiungerci qui a New York. E un ministro non può parlare solo per sentito dire. La nostra delegazione non è composta di 160 persone ma di 26. Sono stupita delle dichiarazioni del ministro anche perché la conosco come persona molto responsabile e per questo penso che se verrà questi giorni, si renderà conto e magari ci farà anche le scuse e per questo la ammirerò due volte di più». Se il consorte-ministro lha chiamata? Con un gran sorriso ha risposto: «Mio marito non mi ha ancora chiamato, anche perché non ce n'è motivo. Lui ha molto rispetto per le idee altrui, quando poi si tratta di sua moglie...».
In verità, non solo la delegazione campana è soltanto di 26 persone, ma il presidente Lonardo è riuscita a farsi sponsorizzare il viaggio pure dalla compagnia aerea, dunque le spese son ridotte al minimo. Anche per i lombardi e ora con Lucchini definiscono «critiche ingenerose» quelle mosse dalla Bonino alla Lonardo. «Polemica da strapaese», chiosa Giuseppe Torchio presidente provinciale di Cremona. «Sono stufo che esponenti dellattuale governo siano contro le relazioni internazionali», conclude Carmine Nardone, suo pari grado a Benevento.
Tutti insieme appassionatamente, lombardi di centrodestra e campani di centrosinistra.
Gianni Pennacchi
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