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Lampedusa, in corso le ricerche delle vittime Cei: "La strage in mare è un'offesa all'umanità"

Venti giorni di viaggio dalla Libia all'Italia, un incubo durante il quale sono morte 73 persone. Cei: "La strage in mare è un'offesa all'umanità". Il prefetto: "Appena arrivata la segnalazione sono uscite le motovedette. Gasparri: "La responsabilità è dei criminali che nel Mediterraneo causano ancora morte"

Lampedusa, in corso le ricerche delle vittime 
Cei: "La strage in mare è un'offesa all'umanità"

Lampedusa  - Sembravano fantasmi, come ha raccontato uno degli operatori in servizio nel Centro di accoglienza. Cinque eritrei, tra cui una donna e due ragazzi minorenni che a fatica hanno ricostruito la loro odissea: "Siamo partiti oltre venti giorni fa dalla Libia, eravamo in 78. Noi siamo gli unici sopravvissuti. I nostri compagni morivano e noi gettavamo in mare i loro cadaveri".

Venti giorni di traversata "Durante la traversata - ha raccontato Habeton, 17 anni, uno dei superstiti - abbiamo incrociato almeno dieci imbarcazioni, alle quali abbiamo chiesto inutilmente aiuto. Solo qualche giorno fa un pescatore ci ha offerto acqua e cibo". L’imbarcazione è stata intercettata al confine con le acque territoriali, in seguito a una segnalazione delle autorità maltesi a quelle italiane impegnate nell’operazione Frontex.

In corso le ricerche Mezzi del comando aeronavale della Guardia di Finanza sono impegnati da questa mattina nelle ricerche delle vittime dell’ultimo naufragio che sarebbe avvenuto nel Canale di Sicilia. Nelle ricerche, che si estendono in un’ampia zona di mare da Lampedusa fino alle acque di competenza maltese per quanto riguarda le operazioni Sar (ricerca e soccorso ndr), sono impegnati due pattugliatori d’altura, uno del Gruppo aeronavale di Taranto l’altro di Messina, e un elicottero AB412 sempre di stanza a Taranto.

Gasparri: "La responsabilità è degli scafisti" "Bisogna verificare cause e colpe del tragico viaggio dei clandestini eritrei. E soprattutto vanno combattute senza tregua le organizzazioni criminali che preparano i lunghi viaggi della morte, esponendo i clandestini ad un destino tragico. In queste ore le dimensioni di questo dramma stanno purtroppo dolorosamente aumentando ed è giusto che le autorità competenti accertino i fatti ed individuino i responsabili di questi viaggi della disperazione". È quanto afferma il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri. "Il nostro governo -sottolinea- non è certamente rimasto indifferente. Difendiamo comunque la nostra politica nei confronti degli immigrati, che è fatta di accoglienza e che ci vede con spirito umanitario dare sempre soccorso a chi ne ha bisogno. Proprio in queste settimane abbiamo aperto le porte a migliaia di stranieri che lavorano nelle famiglie italiane. Le nostre politiche sono giuste. Le vere responsabilità di queste tragedie annunciate sono quelle dei criminali che nel Mediterraneo causano ancora morte e contro i quali -conclude Gasparri- ci aspettiamo una condanna unanime".

Cei: offesa all'umanità E' una "grave offesa all’umanità e al senso cristiano della vita". È quanto ha detto all’Adnkronos monsignor Bruno Schettino, Presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e arcivescovo di Capua. "È una morte assurda - ha aggiunto - donne bambini innocenti gettati in mare, è il senso dell’uomo che decade, urge l’impegno dei cristiani di attivarsi concretamente verso coloro che soffrono, il problema è umano prima che politico". Rispetto al problema dell’immigrazione così come esso si presenta oggi nel nostro Paese "come educatori di umanità e di umanesimo -afferma monsignor Schettino - dobbiamo essere propositivi, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, nel senso di una vera accoglienza verso i poveri. Davanti al povero bisogna inchinarsi. Il tema dell’accoglienza riguarda cristiani e non cristiani, l’umano è sempre umano".

Avvenire: "L'Occidente tiene gli occhi chiusi" "L’Occidente a occhi chiusi" non vuole vedere i barconi di clandestini, così come durante il nazismo nessuno vedeva i treni pieni di ebrei diretti ai campi di concentramento. A paragonare l’indifferenza verso gli immigrati irregolari dispersi in mare con quella delle popolazioni al tempo della Shoah è l’Avvenire con un editoriale in prima pagina. C’è, per il quotidiano dei vescovi, "almeno un equivoco in cui non è ammissibile cadere. Nessuna politica di controllo dell’immigrazione consente a una comunità internazionale di lasciare una barca carica di naufraghi al suo destino. E questa legge ordina: in mare si soccorre".

Il prefetto: "Avviate tutte le procedure"
"La relazione che stiamo inviando al ministero dell’Interno fa parte delle normali procedure che vengono attivate ogni qual volta si verifica uno sbarco". Lo ha detto all’Agi il prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione, interpellato sulla vicenda dello sbarco a Lampedusa di cinque eritrei che hanno raccontato della morte di 73 compagni durante la traversata. "Tutte le procedure -ha sottolineato il prefetto- sono state attivate. La segnalazione è arrivata da Malta al Gruppo aeronavale della Guardia di Finanza di Messina che l’ha subito girata a Lampedusa. Immediatamente sono uscite le motovedette che hanno soccorso i cinque, che sono stati subito portati al molo Favaloro e sottoposti al triage sanitario. Sulla barca -ha detto ancora il prefetto- i finanzieri non hanno trovato tracce di altre persone. Poi hanno raccontato della traversata durata tre settimane e della morte degli altri compagni e di questo sie sta occupando l’autorità giudiziaria".

La smentita di Malta: "Nessun cadavere recuperato"
Le Forze armate di malta smentiscono quanto riportato dalla stampa italiana secondo cui quattro corpi di migranti sono stati recuperati dal mare dai soldati maltesi: contattati dal sito del quotidiano Times of Malta, un portavoce dell’esercito ha dichiarato che non 4 ma 7 corpi sono stati avvistati in mare fra martedì e oggi, ma nessuno è stato recuperato.

Soccorsi nella notte 44 clandestini
Non si ferma la nuova ondata di sbarchi di immigrati clandestini a Lampedusa. Nella notte, la Guardia costiera ha soccorso a un miglio a Sud Ovest da Lampedusa, un gruppo di 44 extracomunitari, tunisini e marocchini, a bordo di un’imbarcazione. Gli immigrati sono stati trasferiti a Porto Empedocle (Agrigento) dove sono arrivati alle 5.15 di questa mattina.

Sono in corso i controlli per identificare gli extracomunitari, tutti adutli e di sesso maschile.
 

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