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«Dopo Lance solo io, il prossimo sarà il mio Tour»

da Parigi

«La gioia più bella? Perdermi negli occhi di mia moglie Micaela dopo un mese di lontananza e vedere la nostra Domitilla felice, perché come dice lei, adesso "tanto assieme, tutti i giorni". È finita bene. Ho dato tutto. Lance è stato grande, ma io in montagna penso di aver dimostrato di essere forte. Il secondo posto mi soddisfa. È il giusto riconoscimento ai sacrifici fatti questo inverno e in primavera. Non dimentichiamolo, ho cercato di correre a grandi livelli sia Giro che Tour: penso di essere stato bravo».
Ivan Basso è un uomo soddisfatto, sereno. Ha ottenuto quello che voleva. Anche prima di partire, tre settimane fa dall’isola di Fromentine, sapeva che sarebbe stato durissimo battere l’americano. «La mia unica speranza era che Lance arrivasse meno motivato, già con una parte della testa proiettata alla pensione. Ma conoscendolo sapevo che non poteva essere possibile». Il Tour è finito, 3.600 chilometri di strada percorsa a quasi 42 km/h di media. Tre settimane di battaglia senza esclusioni di colpi e senza rimpianti. «Ho pagato solo il primo arrivo alpino a Courchevel: probabilmente prima del Tour sono stato un po’ troppo lontano dalle corse. Era una naturale mancanza di ritmo».
Poi il ritmo l’ha trovato, il giorno dopo a Briançon e sui Pirenei... «Ma anche sul Massiccio centrale sono andato forte. Se ho mai visto in difficoltà Lance? No, mai». Intanto ha infranto il tabù di due grandi Giri nello stesso anno... «E di questo vado orgoglioso. Se ripeterò l’esperimento? Cinquanta e cinquanta». Basso erede naturale di Armstrong: parola di texano. «È motivo di orgoglio, ma quando decisi di lasciare la Fassa Bortolo di Ferretti per passare alla Csc di Riis, dentro di me c’era la consapevolezza di essere uno da Tour. Oggi sono in tanti a dirmelo. Allora ci credevamo solo io e Bjarne».
Ora si pensa già al Tour 2006: attenzioni, aspettative... «Fa parte del gioco: vuoi la grande platea e il grande risultato, devi anche sopportare le grandi pressioni. Le responsabilità non mi fanno paura: il prossimo anno andrò per vincere». Infaticabile Ivan. Ma adesso dieci giorni in giro per l’Europa a correre circuiti (15mila euro ad esibizione), con moglie e figlioletta al seguito.

Perché Domitilla ha già aspettato papà per tre settimane: da ieri «tanto assieme, tutti i giorni».

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