Cronache

«Larghe intese? Mai con questa sinistra»

«Larghe intese? Mai con questa sinistra»

Paola Setti

Le larghe intese sono impossibili e Luigi Morgillo ha le prove. Il capogruppo di Forza Italia in Regione non ne fa una questione di principio, ma del «complesso di superiorità di questo centrosinistra».
Morgillo, ha incrociato dei comunisti in vacanza?
«No, son tornato dalle vacanze e ho visto quello che è successo a levanto, con la protesta contro il taglio di 20 posti letto all’ospedale San Nicolò».
An ha preso gli applausi di una piazza rossa.
«Sì, peccato che subito dopo il centrosinistra si sia dimenticato del sostegno del centrodestra: dopo le proteste di piazza, e dopo aver ottenuto un mandato unanime ad andare a trattare, Comune e Regione si son seduti a un tavolo, naturalmente invitando solo esponenti di centrosinistra. La verità è che con queste persone è difficile ogni tipo di intesa, a meno di non voler fare il tappetino di Ds e Margherita».
Però ci sono alcune questioni importanti, una su tutte le infrastrutture, sulle quali un accordo è forse possibile, magari in vista delle elezioni amministrative.
«Ho letto il dibattito sul vostro giornale, e penso che abbiano tutti ragione e tutti torto. Per essere credibili, le intese devono nascere nella massima trasparenza. Diversamente si rischia di fare diventare un qualsiasi buon proposito un “inciucio” o “una minestra indigeribile”. Altra buona regola è il pieno coinvolgimento di tutti sulle decisioni, fin dal principio e non a cose fatte, come accade puntualmente in Regione».
In Regione su alcuni temi c’è stata una mediazione.
«Sì, perché intese sono auspicabili sui temi nevralgici per trovare le migliori soluzioni ai problemi con il consenso più ampio possibile. Ma in Regione la maggioranza è schiacciante, e certo non ha bisogno di noi»
Quindi ognuno per sé.
«Sulle prossime elezioni amministrative a Genova e alla Spezia il centrosinistra è solo interessato a un dibattito al suo interno sugli assetti di potere e di poltrone e si guarda bene dall’aprire confronti anche programmatici con altre realtà. Si scoprirebbe che su molti temi una parte della sinistra è molto più vicina alle nostre posizioni che non a quella dei Verdi e della sinistra radicale».
E invece?
«E invece i moderati dell’Unione non si metteranno mai contro le frange più estreme della coalizione. Le difficoltà nascono da un complesso culturale di certa sinistra che ha la presunzione di possedere la verità e che divide gli italiani, e quindi i liguri, tra onesti e disonesti, competenti e incompetenti, capaci e incapaci. Naturalmente, loro appartengono alle prime categorie e quindi sono convinti che ogni cosa che nasca da una loro iniziativa sia giusta, necessaria e nell’interesse della collettività, mentre ogni cosa fatta dagli altri sia sbagliata e da non perseguire».
Una bocciatura netta la sua.
«Sì: se questo è questo il modo di intendere le intese da parte della sinistra, è chiaro che noi non possiamo accettarlo. Sono invece auspicabili larghe intese in ambito nazionale, ma solo dopo che sarà stato celebrato il fallimento di Prodi e saranno decisi i termini e le modalità per andare a nuove elezioni»
Le piace sempre il ticket Luigi Grillo Sandro Biasotti per conquistare Comune e Provincia di Genova?
«Certo, è stata una mia idea».
Ha scatenato il putiferio, gli alleati non se l’aspettavano
«Io ritengo che in questa fase sia importante che ognuno faccia la sua proposta, e io ho fatto la mia.

Adesso serve un tavolo politico ufficiale, dobbiamo trovare candidati molto forti».

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