
Da sola varrebbe già, come si dice, il prezzo del biglietto e sicuramente una visita alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica la cui edizione numero 82 si terrà dal 27 agosto al 6 settembre al Lido di Venezia. Parliamo della sezione Venezia Classici che il direttore Alberto Barbera confeziona ogni anno con la collaborazione di Federico Gironi e che presenta in anteprima mondiale 18 restauri. A giudicare il miglior risultato la giuria, presieduta dal regista Tommaso Santambrogio, di 24 studenti dei corsi di cinema universitari che daranno anche un premio al miglior documentario sul cinema la cui selezione verrà annunciata il 22 luglio durante la presentazione ufficiale di tutto il programma.
Quattro i titoli italiani, da Roma ore 11 di Giuseppe De Santis restaurato dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, "da tempo ormai dice Barbera sottratto alla sottovalutazione iniziale", a una perla ritrovata del cinema di genere come Lo spettro, firmato da Riccardo Freda sotto pseudonimo (Robert Hampton), passando per la commedia all'italiana con Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli e Ti ho sposato per allegria di Luciano Salce con Monica Vitti (nella foto) dall'omonimo testo di Natalia Ginzburg il cui restauro è stato eseguito da Cinecittà a partire da materiali ritrovati a Parigi, con due scene tagliate dalla censura e ora reintegrate.
Ma c'è anche molto cinema statunitense a partire dal suo genere fondante, il western, "rappresentato dice ancora il direttore della Mostra da una delle sue espressioni più riuscite, ovvero Quel treno per Yuma di Delmer Daves, ma anche da quella declinazione insolita e musicale di Hugo Fregonese nel suo Il marchio del rinnegato". A completare i generi, ecco il poco visto Il delinquente delicato con il genio comico di Jerry Lewis insieme a Amaro destino di Joseph L. Mankiewicz.
Interessante anche la proposta europea con Lolita di Stanley Kubrick, poi il primo film di Manoel de Oliveira, Aniki-Bóbó, e quel Destino cieco di Krzysztof Kieslowski
fino al giovane Pedro Almodóvar che torna a Venezia con Matador. Infine, dall'Estremo oriente, il giapponese La chiave di Kon Ichikawa tratto dal romanzo di Jun'ichiro Tanizaki che anni dopo ha ispirato anche Tinto Brass.