
La luce è in prestito. Così dicono gli architetti quando vogliono illuminare una stanza buia e utilizzano varchi o vetrate dalla sala accanto. E così funziona la camera oscura con un fascio di luce che arriva dal cielo. Questo è anche il titolo della mostra Borrowed Light dell'artista indiana Rohini Devasher che ha vinto nel 2024 il prestigioso premio internazionale "Artist of the Year" della Deutsche Bank.
Da oggi al 2 novembre la si può ammirare al Mudec. Il percorso è un racconto del cielo al buio, perchè solo a queste condizioni la volta celeste dipana la propria profondità di corpuscoli e scie, di costellazioni e fenomeni. Con il buio si rispetta facilmente il silenzio e ci si dispone nella condizione migliore per cogliere il messaggio dell'artista, la cui vita è cambiata dopo un'eclissi di sole nel 2010, "avevo appena finito il college, il fenomeno mi ha a tal punto colpita che mi sono unita a un gruppo di astronomi amatoriali, da lì in poi mi sono dedicata all'arte e allo studio del cielo". Ci sono videoinstallazioni, opere incorniciate su carta e rame fatte con matite, pastelli, carboncino e fumo di candela. "Sol Drawing", (il disegno del sole), mostra la nostra stella da vicino, si intravedono le macchie: per realizzarlo Devasher ha usato fogli sottilissimi di rame, trattati con lavaggio acido, goffratura e fumage. Ci sono le sue interpretazioni delle eclissi, "gli unici momenti in cui si riesce a scorgere il sole".
"Il rame ha una storia antica. La maggior parte dei metalli presenti sulla terra ha un'origine extraterrestre, oggi gli astronomi ritengono che gran parte del rame sul nostro pianeta si sia formato all'interno di stelle molto massicce. Quattro miliardi e mezzo di anni fa la terra ha ereditato parte di questo rame".
Come in ogni opera d'arte, più letture si intersecano: il sole non è solo la nostra stella, "ma una fonte di luce condivisa che ci mette in connessione. In un mondo diviso, il cielo è di tutti. E quando una luna rossa o un'eclissi si scorgono da punti lontani della Terra si capisce che lo sguardo unificante ci può rendere più umili". Chi guarda in alto fa meno fatica ad avvicinarsi all'invisibile: il percorso fa riflettere su come gli astronomi interpretano l'energia o la materia oscura. La stessa Terra vista dall'alto è diversa come mostra la sala dedicata. Nel 2017 l'artista ha trascorso 26 giorni a bordo della petroliera Hig Trust. Un viaggio dalle Fiji a Singapore passando per Samoa, nottate di buio profondo e le immagini della Via Lattea. Da qui una riflessione sulla prospettiva da cui si osserva il cielo, che cambia con l'osservatore. Ogni sguardo è un punto di vista, condizionato dalla personale cornice geografica, culturale linguistica.
Ed è partendo
dai temi dell'osservazione e della percezione che verranno proposte attività gratuite per famiglie, studenti delle superiori e delle università. Oggi alle 18.30, all'Auditorim del Mudec, l'artista incontrerà il pubblico.