«Lasciateci l’odore dell’erba naturale Meglio i rinforzati»

Demetrio Albertini, come grande ex e attuale vicepresidente federale, cosa ne pensa dell’erba sintetica?
«Quando un calciatore smette, gli mancano due cose: l’odore dell’erba e quello dello spogliatoio. Ancora oggi cammino scalzo sul prato di casa mia e lo facevo anche quando giocavo, a fine partita. Come calciatore, il sintetico puro non mi convince: lasciateci almeno l’odore dell’erba».
Siena in controtendenza rispetto a Novara e Cesena: il nuovo terreno dei toscani è di erba rinforzata, un misto di naturale e rinforzato.
«Lo stesso che abbiamo scelto per Coverciano. Un dirigente di società ha il diritto di fare le sue scelte, si abbattono i costi. Ma come giocatore il sintetico totale non mi convince. È un altro calcio, il rimbalzo è diverso».
Da Italia 90 in poi i terreni italiani sono diventati un grosso problema per il nostro calcio.
«È vero, ma storicamente gli stadi italiani hanno sempre avuto buoni terreni di gioco, cosa è successo ora? Il clima è pur sempre quello. In tanti parlano di rifare gli stadi, ma mantenere un terreno, quello si che si può fare. Un buon campo è un investimento. Perché si rovina lo spettacolo se il pallone non rimbalza, si mette a rischio la salute dei giocatori e non si tutela il patrimonio del club».


Quindi per lei cartellino rosso al sintetico e via libera a più investimenti sull’erba?
«Tagliata di fresco o rinforzata, purché non perda il suo odore. E non un terreno dipinto di verde, come è capitato. Il sintetico è bello a vedersi, ma non profuma di erba».

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