di Franco Ordine
Sfogo sacrosanto, quello di Fabio Cannavaro, ingentilito dal sorriso dordinanza e tenuto al guinzaglio dalla buona educazione ricevuta in famiglia. Altri, un nome su tutti, Bobo Vieri, per molto meno (scrissero di uno screzio tra lui e Buffon dopo il pari con la Svezia) organizzò una sceneggiata rimasta storica, lunica impresa memorabile della sua carriera in Nazionale. Sfogo sacrosanto perché taluni giornali e qualche dibattito televisivo hanno trasformato quella puntura dinsetto in un caso di autentico doping. Non solo ma hanno condito la paginata dedicata alla notizia, smontata dalla sua stessa ricostruzione nel giro di 2 ore, rievocando lepisodio della flebo ai tempi del Parma col sottile intento di screditare limmagine del capitano campione del mondo, detentore del Pallone dOro.
In Italia, la Nazionale è la squadra di nessuno. E nel Paese dei 100 campanili, i sentimenti dominanti dei tifosi vengono governati da altre passioni e identità. Gli juventini, per esempio, stanno con Amauri contro Cassano, i romanisti per il recupero di Totti e così via.
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