In assenza del dirigente, lanno scolastico è ripreso con lessegidia. Sgda, in sigla. Non chiedetemi il significato dellacronimo: non lo so. Forse ho capito male io. Magari si chiama Sgidia o Isgida. Il risultato comunque non cambierebbe: si tratta sempre del segretario dellistituto comprensivo. Ic, in sigla. A pronunciarla, sembra la tassa comunale sugli immobili. Invece sta per ex materne, ex elementari ed ex medie.
La nuova scuola una e trina già annoverava: i Ds (dirigenti scolastici), spesso Ds anche nella vita, ma questo è un altro discorso; il Pon (programma operativo nazionale); le Spim (schede progetto intervento mediazione); le Scrimed (schede richiesta intervento mediazione); i Pof (piani offerta formativa); i Psp (piani studio personalizzati); gli Osa (obiettivi specifici apprendimento); i Pecup (profili educativi culturali professionali); gli Ogpg (obiettivi generali progetto formativo); le Ua (unità apprendimento); gli Of (obiettivi formativi); i Larsa (laboratori recupero e sviluppo apprendimenti); le Lac (libere attività complementari); i Pei (piani educativi individualizzati); gli Irc (insegnanti religione cattolica). Non sto scherzando. Sono tutte sigle tratte dai programmi ministeriali.
Con dirigenti e insegnanti di tal fatta, cè da stupirsi se questi disgraziati di studenti scrivono xkè invece di perché, cmq invece di comunque, nn invece di non, cn invece di con, qc invece di qualcuno? Stabilito che gli universitari usano nelle tesine il linguaggio dello short message system (Sms, in sigla) dei telefonini, il rettore dellateneo varesino dellInsubria ha dovuto organizzare per loro un corso di «scrittura di base e analisi e costruzione di testi». Dieci ore di lezione in tutto. Ottimista.
La notizia era in prima pagina sul Corriere della Sera. Da che pulpito. «Svuotato il Cpt, riprendono gli sbarchi», titolava cinque giorni dopo lo stesso quotidiano. Testo: «Nel Cpt, dopo le oltre 200 partenze di martedì (...) Una telefonata arrivata al Cpt di Lampedusa (...) Il Cpt è unisola nellisola». Cipitì di qua, cipitì di là, sembrava la canzone di Orietta Berti: tipitipitipitì dove vai, tipitipitipitì cosa fai. Unintera pagina di Cpt, e crepassi qui se almeno una volta fosse riportato da qualche parte, fra parentesi, il significato della sigla: Centro di permanenza temporanea. Nemmeno la didascalia, che recava il titolino «Dal sogno al Cpt», contribuiva a far luce. Ma tutti i quotidiani sono zeppi di articoli dove dalla prima allultima riga si dà per scontato che il lettore sappia che cosa sono i Cpt. Domenica scorsa, La Stampa, pagina 13: «Il Cpt divide laltra sinistra». Nel testo si parlava in lungo e in largo della «chiusura dei Cpt» e dei «Cpt galera», senza mai spiegare che cosa sono.
Indro Montanelli, che in gioventù aveva lavorato per la più grande agenzia di stampa del mondo, lUnited press international (Upi, in sigla), diceva: «Non ho mai dimenticato il consiglio di un collega americano, Webb Miller: Scrivi in modo che ti possa leggere un lattaio dellOhio». Abbiamo una giustificazione: in Italia sono sparite le latterie. Listinto allabbreviazione è nellacido deossiribonucleico (Dna, in sigla) della categoria. I Dl, per esempio, voi sapete chi sono? Perché quando si parla della Margherita i giornali tirano sempre in ballo i dielle? Bisogna aver analizzato accuratamente il simbolo del partito di Francesco Rutelli per sapere che il fiorellino è sovrastato dal motto «Democrazia è libertà» (Dl, in sigla). Ricordo lavvilimento del compianto Giorgio Lago, direttore del Gazzettino, quando mi raccontava gli sforzi per imporre ai redattori di non usare dott. o addirittura dr., in luogo di dottore, nei testi e nei titoli.
Viviamo in un fumetto dove i gulp e i gasp di Topolino sono stati rimpiazzati dagli adulti con unorgia di monosillabi mutuati dal linguaggio degli elaboratori (chip, led, bit, bug, hub, gap, link, job, tag, scroll) e di acronimi legati alluso del computer (Bios, Cpu, Dos, Usb, Bps, Vga, Ram, Mb, Gb), di Internet (Web, Url, Tci, Ip, Pop, Isp, Smtp, Html, Http, Jpg, Mp3), dellautomobile (Abs, Esp, Asr, Pdc, Fwd, Suv), della Tv (Ldc, Dvd, Vcr, Tft, Pal), dei cellulari (Gsm, Gprs, Wap, Mms).
È un linguaggio a misura di questa società balbettante, che scoppietta come le castagnole, anziché parlare, e che non ha tempo per nulla epperò il suo nulla lo vuole subito, in un battibaleno. I più bravi a porgerglielo sono i Pecoraro Scanio e i Follini, inarrivabili nellemettere in sette secondi netti le loro stucchevoli sentenze imparate a memoria. Ma chi vogliono stupire, con locchio vitreo fisso sulla telecamera del Tg1? Noi? Pierpaolo Pasolini prima di rispondere a una domanda abbassava il capo e si guardava la punta delle scarpe. Smise di dare interviste alla Tv quando saccorse che al momento di rialzare la testa, dopo aver riflettuto per qualche istante su ciò che aveva da dire, il tempo a sua disposizione era già scaduto.
Mi ha stupito leggere sul Corriere la risposta che il professor Francesco Sabatini, presidente dellAccademia della Crusca, ha dato alla giornalista che gli chiedeva se litaliano delle matricole fosse peggiorato a causa degli Sms: «Assolutamente no. Certo, luso della lingua da parte dei ragazzi che arrivano alluniversità è troppo approssimativo, ma non è colpa degli Sms. Che, anzi, hanno prodotto effetti positivi». Per alcuni gestori di telefonia mobile di sicuro, visto che il solo fatto di scrivere correttamente perché, invece di perchè, comporta linvio di due Sms anziché uno. Idem se si scrive in maiuscolo È invece dello scorretto É.
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