Roma - Il latte contraffatto con la melammina, fa paura anche in Italia. Infatti, verrà imposta una speciale
certificazione aggiuntiva agli importatori di prodotti alimentari dalla
Cina che attesti l’assenza di latte o derivati negli alimenti.
Verrà certificata l'assenza di latte Ad annunciarlo è stata la sottosegretaria alla Salute Francesca
Martini, che si è fatta portatrice di un piano straordinario di controlli dopo lo
scandalo del latte contaminato da melammina che ha intossicato più
di 50.000 bambini in Cina.
"Da oggi si introduce una certificazione verrà richiesto agli
importatori di certificare che i prodotti siano esenti dal latte e dai
derivati di latte di origine cinese", ha detto la sottosegretaria.
Secondo Martini, esponente della Lega Nord e già assessore alla
Salute in Veneto, saranno "tempi duri per tutti i prodotti alimentari
che vengono introdotti dalla Cina e che possono contenere tracce di
latte di origine cinese".
I prodotti in importazione saranno bloccati in dogana per un tempo
massimo di 60 giorni, ha aggiunto la sottosegretaria. Trascorso il
termine, i prodotti che non disporranno ancora dell’adeguata
certificazione saranno distrutti.
Controlli a tappeto nei ristoranti cinesi La sottosegretaria ha annunciato inoltre che saranno prese
"misure fortissime a tappeto, di grande impatto non solo per il latte
ma anche per altre tipologie di prodotti alimentari che potrebbero
essere contaminati".
Tra i prodotti al centro dei controlli speciali, integratori alimentari
ed estratti di materie prime per la loro preparazione, bevande di
cereali, proteine isolate di riso o di soia, alimenti dietetici, latte di
cocco, biscotti, cioccolato, preparazioni per zuppe e minestre.
Sequestrati 120 confezioni di latte I controlli già iniziati e che hanno portato al sequestro di 120
confezioni di latte e yogurt cinesi a Milano e di alcuni quintali di
biscotti a Firenze, ha reso noto oggi il Nucleo anti-sofisticazioni dei
Carabinieri - riguarderanno non solo importatori e distributori di
prodotti cinesi, ma anche bagagli di viaggiatori provenienti dalla
Cina, pacchi postali e container in arrivo dal Paese orientale. E poi
distributori di "prodotti etnici" - categoria in cui rientrerebbero in
teoria tutti gli alimenti prodotti in paesi stranieri, non solo in Cina - e
"punti di ristorazione cinese", ha precisato Martini.
La gente vuole i controlli Da un lato, la sottosegretaria
Martini ha assicurato oggi che "il latte e i derivati del latte nella
distribuzione legale nel nostro Paese non hanno origine cinese e
sono assolutamente sicuri". Ma affermando che la Cina è un paese
"a forte rischio per moltissime categorie merceologiche" ha
spiegato che "dobbiamo controllare, è quel che la gente vuole".
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