Laurea più breve e medici in corsia tre anni prima

RomaI medici arriveranno in corsia e negli ambulatori, ovvero alla pratica della professione, tre anni prima.
Come annunciato un paio di settimane fa al Giornale dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, il percorso di studi di Medicina è stato accorciato. La nuova tempistica è stata illustrata, oltre che dalla stessa Gelmini, dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che sottolinea come il nuovo percorso si adegui alla media di quelli europei. L’abbreviazione del percorso, assicura il governo, punta ad una maggiore qualità della formazione specialistica, soprattutto puntando a rafforzare l’esperienza sul campo degli specializzandi, evitando i tempi morti.
Dunque le scuole di specializzazione dureranno un anno di meno. Quelle chirurgiche passano da 6 a 5 anni, quelle mediche da 5 a 4 o 3. Allo stesso tempo si stanno accuratamente selezionando le sedi delle specializzazioni in modo che siano soltanto quelle più qualificate ad ospitare le scuole che sono passate da 1.800 a 1.100 negli ultimi 3 anni. La riforma poi prevede la possibilità di svolgere il dottorato contemporaneamente alla specializzazione.
Ancora da definire il percorso della laurea che resta fissato in 6 anni come nella Ue. L’anno di tirocinio formativo al termine del quale si svolge l’esame di Stato potrebbe però essere inserito all’interno dei sei anni. In sostanza dunque si sosterrebbe l’esame di laurea insieme con quello abilitante, accorciando dunque il percorso totale di un altro anno. Su questo punto però il ministro Fazio precisa che è in corso un confronto in sede europea.
«Attualmente uno studente che si immatricola a 19 anni, si laurea a 25. Poi deve effettuare l’esame di Stato dopo sei mesi, quindi a 25-26 anni. Infine si iscrive alla specializzazione, dalla quale uscirà a 31-32 anni - osserva Fazio-. Con le nuove regole, a 27 anni di fatto entrerà nel mondo del lavoro e a 29 o 30 anni sarà già specializzato». Fazio sottolinea quanto sia importante che lo studente anche prima di finire la specializzazione inizi «concretamente a lavorare all’interno dell’ospedale». In questo modo, precisa Fazio, «si crea la figura del medico “resident”, quello che si vede in tutte le serie televisive ma che da noi ancora non esisteva». Questo processo permetterà di recuperare in totale 11.000 contratti di scuola di specializzazione visto che gli specializzandi potranno cominciare a lavorare negli ospedali circa 3 anni prima.
Resta invece il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina. «Siamo in pletora di medici - spiega Fazio - attualmente ne abbiamo 4 ogni 1.000 abitanti a fronte di una media Ocse di3,3. Con le nuove regole la nostra media scenderà a 3,5 rimanendo dunque ancora superiore a quella Ocse».


La riforma del percorso piace agli addetti ai lavori. Positivo il commento del presidente della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici, Amedeo Bianco. «È la strada giusta», osserva, chiedendo però di tutelare anche chi oggi è già precario.

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