Laureati per salvare il mare

Laureati per salvare il mare

Chiara Ennas

L’Università di Genova sta raccogliendo i primi frutti dai due neonati corsi di laurea in Scienze ambientali e Scienze naturali, attivati dal 2003: si è infatti da pochi giorni conclusa la campagna oceanografica «Saref2005», cui hanno partecipato ventotto studenti dell'ultimo anno del primo dei due corsi. Nell'arco delle due settimane di messa in pratica delle conoscenze acquisite con fatica un esame dopo l’altro, finalmente gli studenti hanno sperimentato sul campo che cosa voglia dire prelevare e analizzare campioni e utilizzare una strumentazione apposita, con l’obiettivo di studiare le problematiche legate alla fascia costiera ligure, in modo particolare in quella compresa fra l’Area marina protetta di Portofino e le Cinque Terre.
Da questo si avverte lo sforzo che l’ateneo genovese compie per arrivare a un più rapido inserimento dei suoi studenti nel mondo del lavoro e alla conoscenza e salvaguardia dell’ambiente, sia terrestre che marino, fornendo conoscenze teoriche che spaziano dalla zoologia all’ecologia portuale, ma anche esercitazioni sul campo, corsi di sub e, come in questo caso, campagne oceanografiche. È infatti con questi obiettivi che la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali ha attivato dall’anno accademico 2003-2004 questi due corsi di laurea nell’ambito delle lauree Stan, Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura, rivolti soprattutto a coloro che si interessano di gestione, valorizzazione, comunicazione ed educazione ambientale. Entrambi i corsi prevedono curriculum differenziati, pur rimanendo ferma la principale differenza: se Scienze ambientali mira a fornire infatti una preparazione più attenta agli aspetti gestionali e giuridici, occupandosi prevalentemente dell'ambiente marino, Scienze naturali punta alle conoscenze biologiche e geologiche, con particolare attenzione agli habitat terrestri e alle acque interne. Il primo, che si articola su due livelli - come quasi tutti i corsi di laurea esistenti - è suddiviso nel corso di base e in quello di Gestione e conservazione dell’Ambiente marino e prevede esami che vanno dalla biologia generale e dalla fisica al Diritto internazionale del mare, dalla statistica alla climatologia, dalla litologia all’Economia dell’ambiente, cui si aggiungono diverse attività «professionalizzanti», come corsi di inglese e di nuoto subacqueo. Sempre su due livelli, anche Scienze naturali prevede un curriculum di base e uno volto più che altro al monitoraggio e alla conservazione dei beni naturali, dove a far «da padrone» in termini di crediti formativi sono fisica, fisiologia, botanica e geologia; ma a essi si aggiunge anche un corso specifico per formare giovani in grado di svolgere un’attività qualificata nel campo dell’informazione e nella didattica, ad esempio presso musei e parchi.
Quello che preme maggiormente rimane ovviamente lo sbocco occupazionale che, secondo l’indagine svolta dall'Associazione italiana delle Scienze ambientali, per Scienze naturali è rappresentato dall’insegnamento, sia pubblico che privato, mentre per l’omologo corso dalla consulenza e collaborazione e dal lavoro dipendente. Per facilitare il dialogo università-lavoro, il corso di laurea Stan ha attivato circa 170 convenzioni con enti pubblici e privati, come Regione, Comune, parchi naturali; con imprese quali Amga ed Elsag, o con i Centri di ricerca nazionali.

Il tutto per coprire una quota di occupati del 97 per cento, secondo quanto afferma l’Ain, l'Associazione italiana naturalisti, statistica forse inficiata dalla scarsa attualizzazione, visto che ancora fa riferimento ai laureati del periodo 1986-1993.

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