Ferruccio Repetti
Lavarsi, per lui, giovane immigrato dal Maghreb approdato per caso a Sarzana e alloggiato in coabitazione, era ormai qualcosa di più che una semplice necessità quotidiana, da sbrigare «come fanno gli altri» con acqua calda e sapone. Era diventato, per lui, specialmente dopo le occhiate e i commenti tuttaltro che benevoli della gente, una sorta di riscatto: per cominciare da lì, magari, la strada in salita dellintegrazione. In mancanza di meglio, il maghrebino sceglie le sponde del fiume Magra, allaltezza dei laghi Matelli, per togliersi qualche macchia di dosso e - più difficile, per uno come lui - anche dal cuore. E allora, via i fantasmi, via gli abiti, che sistema in ordine, a distanza, per non rovinarli ancora più di quanto non lo siano già, rovinati. È sera, non cè nessuno intorno, si decide: «Così non mi butteranno più fuori, come fanno adesso. Mi daranno lavoro. Ma devo presentarmi in ordine. Coraggio, ché lacqua, di questi tempi, non è tanto fredda». Fredda, forse, no. Ma infida, di sicuro: basta uno sbandamento, un appoggio sbagliato, mentre gli occhi sono chiusi per la schiuma, e... Il tuffo inevitabile, involontario. Limmigrato finisce nel gorgo, la corrente lo trascina nella grotta di una cava. Più si divincola, più finisce per peggiorare la situazione. Il freddo, chi poteva immaginare che lacqua, di questi tempi, è già tanto fredda? La paura, chi poteva pensare che esiste una paura ancora più grande di quella di arrivare alla sera e non avere niente da mangiare? Urla, chiede aiuto, anche se ha già urlato altre volte e non lha mai aiutato nessuno. Ora, invece, un pastore lo sente, capisce subito, si dà da fare. Insomma, non ci pensa nemmeno a far finta di niente. Arrivano i soccorritori quando il maghrebino è allo stremo delle forze, semiassiderato, ma vivo. I vigili del fuoco faticano un accidente, e anche qualcosa di più.
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