Giro di consultazioni al Quirinale e consiglio dei ministri. Si lavora per battere la crisi economica. O meglio: il governo studia le misure per rilanciare il Belpaese, l'opposizione trama per far cadere Silvio Berlusconi. Ad ogni modo, in un vertice concitato (presente pure il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il governo allontana lo spauracchio della patrimoniale. L’orientamento del governo è quello di presentare questa sera in Consiglio dei ministri un decreto legge contenente le misure urgenti per fronteggiare la crisi finanziaria. "In parlamento - ricorda il premier Silvio Berlusconi - abbiamo una maggioranza in grado di approvare i singoli provvedimenti richiesti dalla quotidianità dei lavori parlamentari".
Nel pomeriggio il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto una delegazione del Terzo Polo, guidata da Pier Ferdinando Casini e formata da Italo Bocchino, Lorenzo Cesa, Benedetto Della Vedova e Francesco Rutelli. Subito dopo è toccato al ministro dell'Economia Giulio Tremonti e al coordinatore del Pdl Angelino Alfano e, in serata, è stata la volta ai vertici del Partito democratico con il segretario Pierluigi Bersani e i capogruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro. "Non esiste un’alternativa al governo Berlusconi", è la posizione che il Pdl ha consegnato al capo dello Stato.
A Napolitano il Terzo Polo ha detto di non essere disponibile ad approvare le misure contenute nel pacchetto anti crisi se queste non saranno accompagnate dalle dimissioni del premierSilvio Berlusconi. "Rischiano di essere sacrifici inutili - ha spiegato Casini al termine dell'incontro - se non si rimuove il macigno principale rappresentato dalla mancanza di credibilità di Berlusconi nella comunità internazionale". Anche secondo Bocchino, "serve un governo di ricostruzione nazionale che assuma la responsabilità delle misure necessarie a far uscire il Paese dalla crisi". Stessa linea anche per il Partito democratico. Con Bersani che lancia un nuovo diktat: "Il Pd è pronto ad assumere responsabilità in un governo di transizione e di emergenza. Senza discontinuità ogni provvedimento è inutile".
Tra tutti i leader convocati dal presidente della Repubblica solo la Lega è assente. Ma il Senatùr replica a stretto giro: "Napolitano sa che siamo troppo saggi".
Per questo secondo il leader della Lega, Umberto Bossi, il Quirinale non avrebbe da subito convocato anche la Lega Nord nel giro di consultazioni. Al Quirinale? "A fare che?", avrebbe replicato Bossi lasciando questa sera Montecitorio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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