Rete unica, dialogo in stallo. Mina Antitrust sulle nozze

I soci di Open Fiber fermi in attesa di Kkr alle prese con l’indagine della Ue e dell’authority italiana

Rete unica, dialogo in stallo. Mina Antitrust sulle nozze
00:00 00:00

C'è un grosso ostacolo che si frappone al progetto del governo di realizzare la rete unica fondendo Fibercop (l'ex rete di Tim) e Open Fiber. Ed è legato all'indagine della Dg Comp europea sul fondo americano Kkr (azionista di riferimento di Fibercop con il 37,8%) per presunte «dichiarazioni fuorvianti» all'autorità europea e all'istruttoria, aperta dall'Antitrust italiano su Fibercop, riguardo il cosiddetto Master service agreement, ovvero il contratto di servizio che regola i rapporti tra Tim e la sua ex rete da quando nel luglio 2024 è avvenuto lo scorporo effettivo. In particolare, proprio quest'ultimo punto ha un impatto più diretto nelle interlocuzioni in atto tra Fibercop e Open Fiber, un matrimonio dal quale dipende anche il pagamento da parte del fondo americano di un corposo earnout a Tim pari a circa 2,5 miliardi di euro.

Cassa depositi e prestiti e il fondo australiano Macquarie (azionisti di Open Fiber con rispettivamente il 60 e il 40% delle quote) avrebbero già firmato un memorandum of understanding per realizzare la rete unica. Un documento recapitato da ormai un mese sulla scrivania di Kkr, che al momento avrebbe in corso interlocuzioni con il ministero dell'Economia (altro azionista di peso di Fibercop con il 16%) per capire i passaggi successivi. Si prende tempo anche perché le questioni antitrust hanno un certo peso sulla partita. In particolare, l'Agcm italiano contesta la durata (fino a trent'anni) del Master service agreement tra Fibercop e Tim. Secondo l'authority, l'accordo «rischia di rendere vincolato a vantaggio di Fibercop (e a detrimento delle possibilità di crescita competitiva dei concorrenti di Fibercop) circa il 40% della domanda di servizi di telefonia fissa» per questo «è necessario valutare se la durata dell'esclusiva sia idonea a non pregiudicare la concorrenza». L'istruttoria rileva una possibile violazione dell'articolo 101 del Trattato di funzionamento dell'Unione europea.

Se il procedimento arrivasse ad annullare il contratto di servizio con Tim o a modificarlo, la decisione potrebbe influire negativamente sul valore di Fibercop e quindi sul peso che la società guidata da Massimo Sarmi avrebbe nella trattativa per fondersi con Open Fiber. C'è poi da valutare il lato europeo, con la Dg Comp - che aveva approvato senza condizioni la vendita della rete di Tim a Kkr - che ha acceso il faro proprio sulle intese a lungo termine con gli operatori telefonici, ipotizzando che nel percorso di approvazione dello scorporo della rete di Tim il fondo americano avrebbe fornito alla Ue informazioni poi rivelatesi fuorvianti. Possibile, tuttavia, che le indagini delle due autorità per la concorrenza siano intrecciate tra loro.

Su tutta la vicenda sono attese delle novità a settembre. Del resto, i mesi corrono e la trattativa per la rete unica deve entrare nel vivo per arrivare a traguardo entro gennaio 2027, deadline entro la quale decadrebbe l'obbligo del pagamento di un earnout a Tim.

Kkr e Fibercop, dal canto loro, hanno sempre sostenuto di avere fornito informazioni trasparenti e di non temere il confronto con la Ue. E a chi sospetta la volontà di non pagare l'earnout, Kkr ha sempre fatto filtrare che quella cifra non è un problema in quanto le sinergie con le nozze sarebbero senz'altro superiori.

Sta di fatto che l'affare prosegue a rilento con gli attori in gioco che hanno rapporti tesi. Tant'è che Fibercop ha scritto al governo chiedendo gli venissero affidati i lotti in ritardo del Pnrr di Open Fiber e la società guidata da Giuseppe Gola a tenere duro.

Al momento, l'unico lotto che rischia di passare di mano è la Toscana, ma non è ancora stato stabilito se, come e quando questo avverrebbe. Quanto alla rete unica, il ministero dell'Economia avrà un ruolo cruciale essendo presente direttamente e indirettamente in Open Fiber e Fibercop.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica