Giocherà col lutto al braccio oggi la Lazio. La scomparsa dellavvocato Ugo Longo (trentesimo presidente del club e factotum che evitò il fallimento traghettando la società fino allapprodo di Lotito) ha lasciato senza parole ieri la famiglia biancoceleste gestita da Lotito, che ha chiesto subito agli organi competenti lopportunità di far scendere la squadra con la fascetta nera al braccio. «Quando abbiamo ricevuto la notizia della sua scomparsa abbiamo avvertito un gran dispiacere», ha spiegato Tommaso Rocchi, che poi ha aggiunto: «Siamo vicini alla famiglia e domani, dopo il lutto al braccio e il minuto di raccoglimento, cercheremo di ricordarlo magari con la vittoria». Longo aveva 68 anni, era malato da tempo e ieri è stato ricordato da uomini di sport e politici, amici e calciatori. «Sono molto addolorato», ha sussurrato Sergio Cragnotti. Che ha anche detto: «Non ci sono parole per commentare. È morto un grande laziale. Mi è sempre stato vicino durante tutta la mia gestione sia nei momenti positivi che in quelli negativi».
«Ma lo spettacolo deve continuare», così Delio Rossi ha cercato di scavalcare il lutto in famiglia analizzando in maniera comunque schietta la sfida odierna: «Col Chievo viviamo la classica partita che si ha tutto da perdere», ha sentenziato. Poi ha spiegato: «Sono curioso voglio vedere se siamo cresciuti». Ha la bocca cucita per quel che concerne l'undici da far scendere in campo oggi contro gli scaligeri allenati da Di Carlo e ha preferito soffermarsi sul momento buono della sua squadra: «A differenza di altre formazioni abbiamo riaperto un ciclo e le premesse sono buone. Penso che una squadra di livello affronti tutte le partite allo stesso modo, poi può andar bene o male ma voglio che la mia squadra affronti la prossima partita come quella della vita».
Farà giocare ancora Muslera fra i pali, nel quale ripone fiducia («Il treno passa, serve prenderlo, lui lha preso») quasi a dispetto delle sensazioni vissute da Carrizo che, a quanto ha dichiarato Maradona, vorrebbe tornare a giocare in Sudamerica: «Se uno pensa di dover andar a giocare altrove vada. Uno che rimane alla Lazio deve fare una scelta e se questa preferenza non la senti dentro è giusto andarsene».
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