Adalberto Signore
da Milano
Pier Ferdinando Casini, Marco Follini, Francesco Rutelli e Roberto Formigoni. Sono loro quelli di cui si parla «più per le trame che per i programmi», quelli «che trasferiscono in politica una cristianità a uso delle sigle di partito», quelli che sono sì «cattolici» ma per «etichetta». Lattacco sferrato ieri dalla prima pagina della Padania è di quelli che non passano inosservati. Perché proprio nelle ore in cui il ministro delle Riforme Roberto Calderoli invitava i colleghi della coalizione a lasciare da parte le beghe estive e rimboccarsi le maniche, il direttore del quotidiano del Carroccio Gianluigi Paragone buttava giù un editoriale di fuoco contro «i cattolici che non ci piacciono». Con tanto di montaggio fotografico in prima pagina: i papaboys a Colonia con la scritta gialla «i cattolici che ci piacciono»; più in basso Follini e Casini con il titolo «i cattolici che non ci piacciono». Un messaggio eloquente. Rivolto pure a Formigoni, reo di fare «di tutto per mettere fuorigioco la Lega e un suo assessore (Alessandro Cè) per mettere le mani sulla Sanità lombarda». Un attacco a cui replica Guido Boscagli, capogruppo di Forza Italia in Regione. «Non sorprende - dice - che lesercizio di distinguere vari generi di cattolici venga riproposto da chi, più che con la religione, ha dimestichezza con il dio Po e gli elmi cornuti».
«Sono figlio delloratorio - spiega Paragone - e la mia è stata una riflessione spontanea. Cè un mondo di cattolici, soprattutto giovani, che vive i valori della spiritualità disinteressandosi del tutto della politica. Eppoi ci sono i politici che ciurlano nel manico, che non propongono alcun valore ma vogliono semplicemente dare la spallata a Berlusconi. Mi chiedo: ma cosa ha fatto Formigoni di cattolico in Lombardia?». «Li rivedremo presto - si legge nelleditoriale di ieri - in versione sacrestano tra qualche giorno al Meeting di Rimini a prendersi la dose di applausi ciellini». Una stoccata a Cl? «Ma no.
La Lega contro Casini Follini e Formigoni: «Cattolici per etichetta»
Paragone, direttore della «Padania»: «Ma quali valori, pensano solo a ciurlare nel manico e a far cadere il premier»
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