Immagini di ieri e di oggi insieme per ripercorrere la storia del cantiere navale di Sestri Ponente e per ribadire a voce alta che la cantieristica deve restare in Liguria, a Genova a Sestri. È l'obiettivo della mostra fotografica: «Fucina di navi» promossa dai gruppi consiliari regionale, comunale e del municipio Medio Ponente della Lega Nord, dalla casa editrice «Il Portolano» e da una serie di istituzioni culturali genovesi nell'ex Manifattura Tabacchi accanto allo stabilimento di Fincantieri. Cento fotografie a testimoniare il forte legame della cantieristica con il territorio, la sua importanza per l'economia locale e la valenza sociale, culturale e professionale, come fucina di talenti, di valori e di competenze. Un viaggio itinerante in bianco e nero, a tratti colorato, per spiegare che il cantiere di Sestri è uno dei più antichi esistenti in Italia, dato che le sue origini risalgono al periodo della Restaurazione dopo il Congresso di Vienna (1815); ma anche per ripercorrere l'evoluzione stessa del cantiere dalle sue origini, quando il legno era ancora il materiale più usato nelle costruzioni navali, al giorno d'oggi. Di «iniziativa lodevole; sintesi di quello che è stato fatto finora fatto e un impegno a continuare a sostenere l'attività di costruzioni navali» ha parlato Mario Margini assessore comunale ai Lavori Pubblici, che ha ribadito la buona politica dimostrata dalla Lega: «un partito non a me vicino. Il fatto che questa mostra sia stata organizzata con i fondi a disposizione dei gruppi consigliari della Lega, dimostra che si può fare anche una buona politica. Un segnale positivo dunque. Abbiamo in modo unitario gestito la lotta, ora ricordiamo una storia, quella dei cantieri appunto». Le immagini, visionabili fino al 3 luglio, raccontano così dell'insediamento attuale costituito all'indomani delle guerre napoleoniche, in seguito al ritorno da Tolone di alcuni maestri d'ascia liguri, che avevano imparato nell'arsenale francese le moderne tecniche di costruzione navale. Per gran parte dell'Ottocento, sotto la direzione di Lorenzo Bianchi prima, e dei fratelli Cadenaccio dopo, lo stabilimento si specializzò nella costruzione di bastimenti a vela con scafo in legno. Passato in gestione all'Ansaldo nel 1886, divenne nel giro di pochi anni uno dei più moderni e attrezzati nel Mediterraneo, dotato di gru, macchine utensili e attrezzature all'avanguardia per la costruzione di navi in ferro e in acciaio sia mercantili che militari.
Diversi i capolavori di ingegneria navale che scesero in mare dai suoi scali: corazzate (Giulio Cesare, Littorio); incrociatori (Giuseppe Garibaldi, Bolzano, Raimondo Montecuccoli); cacciatorpediniere (Liz, Kocatepe, Adatepe); transatlantici (Duilio, Roma, Augustus, Rex, Andrea Doria, Leonardo da Vinci, Michelangelo); petroliere (Volere, British Light, Agrigentum); portarinfuse (Ansaldo, Casaregis, Nino Bixio); traghetti (Knossos Palace, Festos Palace, Olympia Palace, Europa Palace); piattaforme petrolifere, sino alle recenti navi da crociera: Costa Fortuna, Costa Magica, Costa Serena, Costa Concordia, Carnival Splendor. «Immagini che fanno riflettere - ha spiegato il sottosegretario alla Semplificazione economica Francesco Belsito - È la tradizione ligure della cantieristica. La mostra è espressione della nostra posizione, e di tutti i cittadini genovesi, che voglio che i cantieri restino a Sestri e in vita». Durante la presentazione, Belsito è tornato a criticare l'operato dell'amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono: «credo abbia davvero esagerato. Noi non possiamo permetterci di perdere Fincantieri. Gli eventi dimostrano che non è più in grado di portare avanti una politica aziendale. La mia, però, non è una battaglia contro Bono; bisogna lavorare per portare a casa commesse e mantenere alto il livello occupazionale». «Di tradizione e impegno» ha parlato invece monsignor Luigi Molinari delegato arcivescovile per il mondo del lavoro: «quale risorsa che va conservata, recuperata e aumentata nell'interesse di tutti». Un'esposizione voluta, dunque, non soltanto come espressione storica-culturale, ma anche politica come dichiarato dal segretario regionale della Lega Francesco Bruzzone: «nata dal contesto attuale, dalle difficoltà della cantieristica e della difficile situazione di Sestri, la mostra è soprattutto una riflessione sull'occupazione presente e futura».
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