«Lega, non fare come Fini La Lombardia non è Roma»

«Troppo nervosismo. Non fa bene alla Lega e non fa bene nemmeno al centrodestra. Le elezioni sono passate. Agli amici del Carroccio ricordo che stiamo governando assieme. A Roma, ma anche in Lombardia».
Onorevole Maurizio Lupi, vuol dire che stanno esagerando con le polemiche?
«Dico che troppa agitazione non serve a nessuno. Nemmeno agli amici della Lega».
E infastidisce voi del Pdl.
«Non è facendo il partito di lotta e di governo che si è protagonisti. Così non va bene».
Da dove cominciamo?
«Mi sembra strano che su una bufala come quella sui beni della Fondazione Policlinico, il primo ad alzare la voce sia il presidente leghista del consiglio regionale».
Non le piace che Davide Boni chieda al presidente Formigoni di spiegare in aula?
«Non mi piace che la Lega vada dietro a una polemica inventata che mi aspetterei da Rifondazione comunista o da Repubblica».
Nessun blitz di Infrastrutture Lombarde?
«Ma come è pensabile che si vogliano privatizzare gli immobili del Policlinico?».
Qualcuno lo pensa.
«Le elezioni sono finite. La Lega le ha vinte, ma le ha vinte anche il Pdl. Sono polemiche inutili. Anzi dannose».
Vi danno fastidio?
«Parliamo di cose concrete. Basta protagonismo e reazioni stizzite. L’esperienza di governo di Formigoni è un modello di successo. Da esportare».
Non è che temete la Lega?
«No. È come la giunta ombra che Matteo Salvini vuol fare in Comune».
Non è una bella idea?
«Intanto dico all’amico Matteo che porta sfortuna. Chiunque ne abbia fatta una è finito male. Veltroni è durato qualche mese e l’hanno cacciato».
Oltre la superstizione?
«Me se la Lega è in giunta, di che ombra ha bisogno? Porti le sue proposte, quelle degli elettori. Saranno discusse».
Qualcuno dice che Boni vuol fare il Fini.
«Deve essere chiaro che non si può governare e anche protestare. È troppo comodo. In Lombardia, ma in tutta Italia. Questa è una logica che non possiamo più accettare».
Quindi cosa proponete?
«È chiaro che il Pdl è il cuore dell’alleanza. Che la Lega è un alleato importante, ma che noi siamo il pilastro».
Non è già chiaro?
«Vedo qualche nervosismo di troppo, qualche difficoltà ad accettare questa divisione dei ruoli. La Lega deve capire che se cresce è perché l’alleanza è forte».
E il Pdl cosa offre?
«La nostra responsabilità è mantenere il partito unito. Sostenere con intelligenza il governo Berlusconi a Roma e quello di Formigoni in Lombardia».
Come lo farete?
«Radicandoci sempre di più sul territorio».
Dentro il Pdl c’è chi si lamenta del poco dibattito interno.
«Dibattito, confronto e pluralismo sono importanti. Ma poi quando si prende democraticamente una decisione, bisogna essere tutti uniti».
Al coordinamento del Pdl ci sono stati scontri.
«Convocheremo più spesso gli organi, il coordinamento provinciale».
Siete divisi?
«Sentiamo la responsabilità di andare con un partito unito alla sfida dell’anno prossimo per il sindaco».
I congressi?
«A ottobre il congresso comunale, nel 2011 quelli provinciali e nel 2012 quello nazionale».
Ci vorrà un tesseramento.
«Partirà e dovrà essere chiuso entro il 30 luglio. Vogliamo una nuova classe dirigente che chiuda la fase transitoria del 70 a Fi e del 30 ad An».
Quella tra Fi e An sembra una fusione a freddo.
«Con gli ex di An in Lombardia si lavora bene».
Troppi screzi.


«Ci sono sensibilità diverse, ma è ovvio se si vuole essere un grande partito. È una sfida affascinante».
Gianfranco Fini che minaccia la scissione?
«Qui in Lombardia non c’è nessun problema. Ma nemmeno a Roma».

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