Roma - Sono tutti d'accordo i presidenti di serie A e B. Bene la linea dura del governo, ma le partite a porte chiuse servono a ben poco. Postilla: domenica tutti in campo, ché i portafogli si svuotano presto. La prima offensiva arriva dal presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, che si fionda su telecamere e microfoni all'ingresso dell'Hilton di Fiumicino, dove qstamattina era in programma il consiglio straordinario della Lega Calcio: "Sono contrario agli stadi con le porte chiuse, si tratta di una misura demagogica, ce l'ho con Amato e la Melandri: quando ho parlato di loro incompetenza, semplicemente constatavo un dato di fatto. A questo punto se non sarà più possibile seguire la società in trasferta, non ci sarà più bisogno neanche dei poliziotti per separare le tifoserie - ha continuato - spero davvero che da fuori non venga più nessuno nei nostri stadi". Lasciando la riunione, poi, Zamparini ha svelato le decisioni prese dai club: "Siamo tutti d'accordo per tornare a giocare domenica e siamo tutti d'accordo nel vietare le trasferte ai tifosi. Le società si sono autotassate di 10.000 euro l'una, per un totale di 420 mila euro, che andranno alla famiglia Raciti", ha detto il patron rosanero. Che aggiunge: "Già oggi una nostra delegazione della Lega andrà dal governo per cercare di trovare una soluzione costruttiva per il futuro".
Matarrese Si va verso una ripresa immediata dei campionati di calcio. Lo ha fatto intendere anche il presidente di Lega Antonio Matarrese al termine del vertice organizzato in Federazione con le varie componenti del calcio. "Aspettiamo che il governo tiri fuori questo decreto - ha detto Matarrese - noi vorremmo giocare e credo che l'aria stia cambiando". L'incontro con Pancalli, ha spiegato Matarrese, è andato 2come sempre bene. Tanto è vero - ha aggiunto - che andiamo dal ministro Amato e dal ministro Melandri. Per noi è un onore essere ricevuti". Il presidente di Lega ha auspicato "buonsenso: stiamo cercando - ha concluso Matarrese - di uscire dal tunnel nel quale ci siamo ficcati tutti insieme".
Arbitri "Siamo pronti a ripartire con determinate garanzie". Così il designatore arbitrale Cesare Gussoni, entrando nella sede della Figc di via Allegri a Roma, dove gli Stati generali del calcio si sono riuniti per decidere sulla ripresa dei campionati.
Sensi L'amministratore delegato della Roma, Rosella Sensi, afferma che è arrivato il momento per le società calcistiche di prendersi le proprie responsabilità e affrontare l'eventualità di giocare a porte chiuse: "Sarà un problema per tutte squadre che dovranno giocare a porte chiuse, ma bisogna adeguare gli stadi alle norme di sicurezza". L'ad giallorosso spiega che è giusto per le persone perbene che vanno allo stadio", ha affermato.
Moratti "La decisione di tornare subito a giocare è stata presa per la gente e non per gli interessi delle società". Queste le parole del presidente dell'Inter, Massimo Moratti. Sulle decisioni varate ieri a palazzo Chigi il presidente dell'Inter commenta positivamente: "Le regole varate sono giuste. La strada da seguire è questa. Se tutte le componenti del calcio collaboreranno unite i frutti arriveranno". Sulla possibilità che Inter-Roma si giochi a porte chiuse Moratti ribadisce sicuro: "Non credo proprio che si giocherà a porte chiuse visto che lo stadio di Milano non dovrebbe avere problemi". Il dirigente nerazzurro si dice invece contrario al provvedimento sul divieto delle trasferte a tempo indeterminato: "È una decisione che va bene per un primo periodo ma non può certo essere un provvedimento che duri in eterno".
Galliani Adriano Galliani, uscendo dalla riunione informale delle società della lega di A e B, conferma: "Domenica si gioca la quarta di campionato, non si recupera la terza: il 17 e il 18 aprile verranno quindi recuperate serie A e B". Le società compatte hanno deciso quindi di adeguare il calendario. Inter-Roma, in programma domenica scorsa, si giocherà in pratica negli stessi giorni della finale di Coppa Italia. Napoli-Piacenza verrà giocata a porte chiuse e per quanto riguarda più direttamente le questioni di Milano, Galliani è stato categorico: "Inter e Milan per San Siro hanno già anticipato 16 milioni di euro: gare di appalto obbligatorie, ricorsi al Tar e il prefetto che ci ha derogato fino a settembre. Non è colpa delle due società milanesi se i tornelli non ci sono...". Ha concluso l'ad rossonero.
De Laurentiis "I club probabilmente potrebbero anche decidere di non giocare, di scioperare, se non ci sono le garanzie per quale motivo si deve giocare?". Sono le parole del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis al termine della giornata di riunioni della Lega sul pacchetto di provvedimenti decisi dal governo. "Non mi sta bene che il governo tratti con superficialità un problema così importante e vitale in Italia quale è il calcio". De Laurentiis traccia quella che può essere la strada per uscire da questa situazione. "Nel breve periodo se ne esce se il signor Prodi, il signor Amato e la signora Melandri escono da qualunque compromesso di pura demagogia e si siedono con grande educazione, democraticità e rispetto al tavolo dei diretti interessati, si sospende il campionato per tre settimane, si riscrivono delle regole che rispondono a una logica e a una razionalità d'impresa sul territorio che tende a migliorarlo. Dopodichè si comincia tutto daccapo. Questa è la logica".
Spinelli "Si deve giocare". Questa l'opinione del presidente del Livorno, Aldo Spinelli. "La cosa peggiore che si poteva fare è giocare a porte chiuse, sarebbe un danno enorme sia a livello economico che a livello di immagine - ha aggiunto -. Credo serva un po' di buonsenso, non si può penalizzare in questo modo la terza industria italiana".
Cairo Chiudere gli stadi non a norma sarebbe una "misura troppo pesante". È l'opinione di Urbano Cairo. "Non so se questa è la migliore soluzione per risolvere i nostri problemi. Sarebbe meglio concedere un tempo breve alle società i cui stadi non sono a norma per attuare i lavori necessari, altrimenti troppi stadi al momento sarebbero non agibili. E si tratta anche di un problema di costo".
Lotito "Le porte chiuse rappresentano un fallimento per tutti noi. Finiscono per penalizzare solo la parte pulita del tifo e presuppongono il fallimento dello Stato nella lotta contro i violenti". Lo ha detto il presidente della Lazio, Claudio Lotito.
Ruggeri "Ci
saranno delle riunioni e si deciderà, personalmente io non giocherei a porte chiuse". Lo ha affermato il presidente dell'Atalanta, Ivan Ruggeri, che ha aggiunto: "Abbiamo preparato delle richieste da portare al governo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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