La Lega tutela Silvio

Bocciate le larghe intese, Maroni non crede nemmeno a una maggioranza alternativa. E rovescia la tesi di chi - ancora una volta Casini - auspica un governo di responsabilità. «Mettiamo che 14 dicembre il governo perda e che le opposizioni abbiano 317 voti: si formerebbe un governo con finiani ex Pdl, Udc, Di Pietro e Bersani. Un governo del genere alla prima manovra in Parlamento va sotto subito, durerebbe una settimana». Uno scenario molto più instabile rispetto alle elezioni: «Nel giro di 80 giorni dallo scioglimento delle Camere si potrebbe avere un nuovo governo. Il valore supremo non è finire la legislatura, ma un governo stabile che governi. Non penso che le elezioni sarebbero una perdita di tempo e che possano aggravare la crisi economica, invece lo sarebbe un governo debole che va avanti a maggioranze variabili: è un suicidio. In tempi rapidi, se non c’è una maggioranza, si torni al voto con una nuova maggioranza».
L’indicazione «governo Berlusconi o elezioni» viene da Umberto Bossi. «Il 14 vedremo cosa succederà. Se Berlusconi va sotto, noi già abbiamo detto che le elezioni ci sembrano la soluzione migliore. Per il momento pensiamo a lavorare, perché il Paese ne ha bisogno», spiegavano ieri ambienti leghisti. La priorità del Carroccio è il federalismo e il partito di Bossi non crede che altre maggioranze, in particolare quelle che comprendano centristi e finiani, possano realizzarlo.

«I problemi del Paese - è l’accusa di Federico Bricolo, presidente dei senatori leghisti - non si risolvono con i ribaltoni mandando al governo chi ha perso le elezioni, ma realizzando il programma elettorale Se il governo otterrà la maggioranza, andrà avanti per realizzare le riforme, altrimenti l’unica strada possibile è il voto».
AnS

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