Una cappa di gelida austerity sta improvvisamente paralizzando le terrazze della capitale, che proprio adesso dovrebbero invece aprirsi allo splendore per gli ozi e il riposo della sinistra radical schic, dellintellighentia progressista e di quel generone romano che nemmeno le sconfitte elettorali riescono ad abbattere. Par che anche a Capalbio si siano fatti prudenti e circospetti: basta con le feste chiuse a tutto il resto del mondo (meno i fotografi di cronaca mondana e pettegola), tra i casali ci si scambiano inviti per non più di due o tre coppie a volta. Che cosa è successo, qual vento fustigatore sè minacciosamente alzato? Gli è che nella sinistra martoriata e lacerata si è accesa una nuova guerra, quella dei salotti. Difficile dire chi sia il Pietro Micca, se la compagna Lella ex first lady di Montecitorio e ora semplice signora Bertinotti o il compagno Paolo ex ministro e ora segretario di Rifondazione. Per il momento però, il compañero Ferrero le sta buscando, tre a uno per la señora Lella. La quale, sul Riformista di ieri, ha finalmente reagito alle accuse di salottismo e presenzialismo televisivo cadute su lei e ancor più sul compañero Fausto anche al congresso di Chianciano, cavandosi un sassolino più pesante di una montagna sul vincitore del congresso. «Non mi risulta che Ferrero abbia mai rinunciato a una apparizione televisiva: cè mai stato un invito in tv che ha rifiutato?» ha buttato lì con perfidia, prima di servire il piatto avvelenato. La frequentazione dei salotti chic? «Basta con questa storia, siamo stati per anni etichettati come snob. Certo ci sarà stata qualche cena in quelli che voi chiamate salotti, ma a casa di Carlo De Benedetti cera anche Ferrero con la sua compagna».
Eccolo beccato cor sorcio 'n bocca, il compagno valdese duro e puro: largenteria e i cristalli del padrone tirano più della schisceta sui cancelli della fabbrica. Sarà un colpo basso, quello della signora Berty-nights (secondo la dizione Dagospia), ma Ferrero se lè cercata. O nel discorso di investitura a Chianciano non ha detto di voler «ripartire dai problemi reali della società e magari con meno apparizioni in tv?». La sua elezione, secondo il quotidiano dellamico Pdci, «conclude definitivamente lera di Bertinotti e delle sue performances televisive, per tornare in mezzo alla gente occupandosi dei problemi reali che attanagliano la vita quotidiana del popolo sempre più povero e inviperito verso questa falsa sinistra salottiera». Sì, tutti a cena a casa Cipputi sabato sera, al Corviale. Però pure Lella, come fa a minimizzare, «anche a casa Angiolillo, per dirne unaltra, siamo andati due volte in 23 anni»? E la festa di compleanno per Fausto a casa di Guya Sospisio, lanimatrice che contende alla vedova Angiolillo la palma del salotto doro? Con Nino DAngelo, Guglielmo Epifani e Valeria Marini, senza dire della foto ove la Sospisio abbraccia insieme Bertinotti e donna Assunta Almirante. Mai visti vero, i Partynotti nel salotto di Marisella Federici o in quello di Sandra Verusio? Però da compagni e con proletaria democrazia, «datemi pure del tu» esortava il líder máximo ai camerieri in livrea. Siamo realisti, compagni: la linea a Ferrero lha data Bertinotti, teorizzando che «il carisma ce lhai o non ce lhai, e sei costretto ad essere narciso perché per un politico se non vai in televisione non esisti.
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