Lenin ci ha portato da Mosca a San Pietroburgo

É stato un viaggio straordinario, perché «completo» come pochi altri: in dieci giorni, siamo riusciti nello stesso tempo ad acculturarci e a riposarci, a prendere conoscenza delle nuove realtà di Mosca e di San Pietroburgo e dell'eternità della Russia profonda, a visitare alcuni dei monumenti più significativi d'Europa e a immergerci in un paesaggio quasi fiabesco di fiumi e di foreste quali pochi di noi avevano mai visto. Ed è stato anche un viaggio molto comodo, perché fin dal primo all'ultimo giorno abbiamo alloggiato sempre sulla nave «Lenin» (qualcuno, giustamente, ha storto il naso, ma anche finita l'URSS e riabilitati gli zar i russi continuano a considerarlo una specie di padre della patria), risparmiandoci così il tormento di fare e disfare le valigie.
Per chi, come me e vari altri croceristi, l'aveva conosciuta nei grigi anni sovietici, Mosca è stata una sorpresa: molti nuovi palazzi, un traffico allucinante, e almeno in centro un look da città ricca, simboleggiato dalla trasformazione dei famosi magazzini Gum, cui molti hanno fatto visita in occasione della sosta sulla piazza Rossa: da successione di vecchie botteghe, dove talvolta centinaia di donne facevano la fila per comprare un collant, in un elegantissimo emporio dove sono massicciamente presenti tutti i marchi del lusso. Perfino l'interno del Cremlino ha cambiato faccia, con le sue chiese perfettamente restaurate, un'ammirevole pulizia e solo il palazzo kruscioviano dei Congressi, in vetro e cemento armato, a ricordare il regime. Ma la cosa che forse ci ha colpito di più è stata la straordinaria basilica del Salvatore sulle rive della Moscova: costruita da Alessandro I per celebrare la vittoria su Napoleone, demolita da Stalin negli anni trenta per sostituirla con uno dei suoi grattacieli, è stata appena ricostruita per così dire a memoria (non esistono disegni accurati della versione originale) in soli cinque anni, con tutte le sue cupole, i suoi affreschi, le sue icone, a un costo che deve avere superato il miliardo di euro, grazie soprattutto a una sottoscrizione popolare che testimonia della rinnovata fede del popolo russo. Di questo revival religioso, dopo 70 anni di ateismo di Stato, abbiamo avuto molte altre dimostrazioni: l'indomani, al monastero di San Sergio, detto anche il Vaticano russo; durante le varie soste della crociera fluviale, a Jaroslav, e in particolare e al monastero di San Cirillo sul Lago Bianco.
Il viaggio in nave da una capitale all'altra, attraverso una provincia grande come metà dell'Italia ma con soli 1.800.000 abitanti, è stato sensazionale: enormi distese d'acqua circondate da foreste fittissime, una serie di chiuse che portano lo stigma di essere state costruite da Stalin con il lavoro forzato dei prigionieri politici ma che continuano a funzionare perfettamente, e un sole quasi perenne che ha fatto stabilire alla nostra spedizione un record di tempo stabile. Bellissima l'ultima tappa, su un'isola sperduta nel lago Onega dove tutte le costruzioni sono in legno, compresa una grande basilica, e abbiamo avuto un saggio della vita contadina d'antan.
Infine, i due giorni e mezzo conclusivi a San Pietroburgo, città d'origine di Putin, di Medvedev e di quasi tutta l'odierna nomenklatura, ma soprattutto inno al passato imperiale della Russia. Il clou non è stata la visita al famoso museo dell'Hermitage, troppo affollato per potere essere goduto come si meriterebbe, ma quelle ai due palazzi estivi di Pietro il grande e di Caterina II, restituiti da anni di pazienti (e costosissimi) restauri al loro antico splendore dopo le devastazioni belliche.

Ma l'intera San Pietroburgo (ex Leningrado, anche se l'eredità comunista è poco visibile) con le sue imponenti cattedrali, la fortezza di san Pietro e Paolo, i suoi grandi spazi e grandi canali merita, come le guide ci hanno più volte ricordate, di rientrare nel club della dieci città più belle del mondo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica