Cultura e Spettacoli

Leo, il ragazzo d'altri tempi (anche musicali)

Figlio di Alessandro e nipote di Vittorio Gassman, ama Tenco, Dalla, Fossati e Bennato

Leo, il ragazzo d'altri tempi (anche musicali)

nostro inviato a Sanremo

Stavolta ha vinto due volte. Portandosi a casa il Sanremo delle Nuove Proposte, Leo Gassmann (con due esse e due enne) ha battuto il pregiudizio sul cognome importante e ha deciso definitivamente che cosa fare da grande. Il cantante. L'artista.

«Mi reputo un ragazzo fortunato, ma la mia è una condizione anche impegnativa», ha spiegato. Il suo trisavolo Florian Leopold Gassmann era un compositore della corte d'Asburgo a Vienna e Metastasio e Goldoni scrissero i libretti per le sue opere. Ventidue anni a novembre, è figlio di Alessandro, che ha pubblicato la foto del suo volto deformato dalla gioia dopo la vittoria di Leo. Ed è nipote di una delle leggende del Novecento italiano, Vittorio Gassman. Né papà né nonno sono mai andati al Festival e quindi lui, che ha i modi educati di un figliolo d'altri tempi, s'è preso questa responsabilità. Missione compiuta. Dopo essersi fatto conoscere a X Factor, senza vincere, qui ha vinto e convinto con un brano che gli è «venuto» mentre la mamma buttava la pasta nella pentola in cucina. Poi l'ha composto et voilà: pronto il viaggio per Sanremo.

«Dopo aver scritto Vai bene così, mi sono accorto che avrebbe potuto rappresentare tante persone, così ho deciso di mettermi in gioco al Festival». E lo ha fatto da cantautore dal profilo discreto, educatissimo, capace di avere una voce imprevedibile perché compressa in un corpo minuto e muscoloso. Prima è passato alle semifinali, poi si è giocato la finale con Tecla, sedicenne, anche lei brava e soprattutto razionale, una sorta di Gigliola Cinquetti mezzo secolo dopo. Insieme, loro due sono il manifesto di una generazione intorno ai vent'anni che mostra una maturità imprevedibile se confrontata con quella dei loro fratelli maggiori. E anche nei gusti musicali, Leo Gassmann di certo non è stato fulminato sulla via della trap, tutt'altro. «Ho Tenco come punto di riferimento fisso - spiega -, poi Dalla, Fossati, Jovanotti, Vasco e Brunori Sas, Bennato». In poche parole, è una mosca bianca nell'universo social pop.

E quando si è rari, si sa, di solito si vince.

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