Leonardo mette in riga Gattuso e Inzaghi

nostro inviato a Milanello

Non ci sono né figli né figliastri nel Milan di Leonardo. L’interessato giura sul suo onore. «Io metto tutte le informazioni in un contenitore e poi decido» spiega il brasiliano con la pazienza di un precettore. Neanche un gesto di disappunto dinanzi alle critiche più feroci, seguite ai ridotti cambi in Milan-Marsiglia e all’intemerata di Gattuso. «È stata la prima volta in Champions che ho utilizzato un solo giocatore» la risposta più convincente di Leonardo, interessato a ricucire col gruppo più che a semplificare lo schema rigido in titolari e riserve. «Quel che è accaduto ora a Inzaghi e Gattuso, è successo prima ad Ambrosini e Seedorf» il suo rilievo statistico pertinente, in verità. Aggiunto alla riflessione sul numero di infortuni che l’hanno costretto a portare in panchina e qualche volta utilizzare anche i primavera, come contro il Cagliari e stasera a Catania. E allora come si fa a domare gente insoddisfatta del calibro di Gattuso e di Inzaghi?
«Ho detto a Rino: tu guarisci, mettiti a disposizione e poi vedrai. Il suo sfogo non è una novità, avrei indovinato parola per parola. E se dovesse chiedere di essere ceduto a gennaio, beh lo convincerò a restare» il riassunto del lungo ragionamento fatto intorno ai malumori del calabrese e alle sue insoddisfazioni. Legittime al pari di Inzaghi. «Che sta bene, anche Huntelaar sta crescendo, Borriello sta molto bene, so che sono tutti arrabbiati con me, è inevitabile, è successo anche a me da calciatore, alla fine scelgo chi sta meglio. L’importante è rispettare le scelte del tecnico» è la risposta definitiva di Leonardo sulle aspettative di Pippo che resta in silenzio, a rodersi il fegato e non solo.
Chissà se l’assenza di Pirlo, per squalifica, è una fortuna oppure no questa sera a Catania. Perché consente a Flamini, smaltita la distorsione alla caviglia, di presentarsi al fianco di Ambrosini, e di rimettere piede nel Milan dopo lunga assenza senza alterare il disegno tattico.

Il precedente (a Livorno dopo l’impegno con la Nazionale) non è molto incoraggiante: finì con uno 0 a 0 poco incoraggiante. Di sicuro l’assenza di Oddo costringe il Milan ad affidarsi al giovane Abate e a tenere Antonini e Kaladze in allarme.

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