Leonhardt inaugura a San Maurizio «Musica e poesia»

La rassegna compie trent’anni ma ci sono ombre sul suo futuro: Zecchi rassicura

Leonhardt inaugura a San Maurizio «Musica e poesia»

Igor Principe

C’è più di una ragione per sottolineare l’importanza dell’edizione di Musica e poesia a San Maurizio che prenderà il via domani. La prima è anche la più immediata: la rassegna compie trent’anni. Il 13 ottobre 1976, infatti, il Comune dava il via a un ciclo di concerti dedicati alla musica antica - quella compresa tra Medioevo e primo Classicismo - riproponendola secondo i crismi della filologia, che la voleva eseguita con strumenti antichi o copie di essi. È dunque un compleanno importante, che si celebra con la sessantesima edizione (se ne tengono due all’anno, in primavera e in autunno) e che tuttavia è velata da due ombre, che costituiscono le ulteriori ragioni di cui s’è accennato.
Una è l’addio di Sandro Boccardi, che di Musica e poesia è l’ideatore e di cui ha esercitato la direzione artistica dalla sua nascita a oggi. L’altra è la sospensione che il Comune ha in animo di attuare per la parentesi autunnale, per la quale sarebbero in programma solo pochi concerti rispetto ai quattordici che, da domani al 22 giugno, animeranno la rassegna.
I luoghi in cui essa si terrà sono tra i più belli dell’architettura ecclesiastica cittadina: San Maurizio, ovviamente; San Simpliciano; la Sagrestia bramantesca di Santa Maria delle Grazie. E Gustav Leonhardt è il musicista cui spetta il ruolo di protagonista nei primi tre concerti. Domani alle 18 l’inaugurazione nella prima delle citate sedi, con musiche di Merulo, Frescobaldi, Pachelbel e Purcell eseguite con l’organo Antegnati del 1554. Alle 21, invece, la scena passa a Santa Maria delle Grazie per un “omaggio al clavicembalo” con brani di Rameau, Couperin, Fourqueray, Froberger. Sabato 4, sempre nella sagrestia bramantesca di S. Maria, Leonhardt al clavicembalo e Barthold Kuijken al flauto attingeranno al repertorio di J.S. Bach, Händel, Telemann e d’Angelbert.
La rassegna proseguirà, s’è detto, fino al 22 giugno. Dopo, chi se ne occupa - Comune e Banca Popolare di Milano sotto il profilo finanziario, Società del Quartetto per quanto riguarda organizzazione e direzione artistica - dovrà definirne il futuro. Sul quale Antonio Magnocavallo, vice presidente esecutivo del Quartetto, nutre solido timore. «Non è quello che il Comune ci abbandoni - precisa -. Conosciamo e apprezziamo gli sforzi che l’amministrazione profonde in questa rassegna. Inoltre, ho parlato con alcuni esponenti che mi hanno assicurato riguardo la possibilità di fare qualche concerto autunnale, pur simbolico. Il mio timore è di carattere generale. In tempi di tagli corposi a livello nazionale, e mi riferisco al Fus, non vorrei che questa pausa si trovasse inserita in un andazzo purtroppo molto esteso».
Paure che Stefano Zecchi, assessore alla Cultura in Comune, si affretta a fugare. «Dopo che abbiamo restaurato il Coro di San Maurizio, è impensabile che venga meno il nostro consueto apporto - dice -. Per l’edizione primaverile sono stati stanziati 250mila euro, a fronte dei 350mila con cui fino all’anno scorso si costruivano entrambe le edizioni.

Ora si impone un ripensamento: la rassegna compie trent’anni e a Milano le proposte di musica barocca sono cresciute esponenzialmente. Quindi, non c’è da allarmarsi. Piuttosto, si può vedere in questa pausa un modo per attuare concretamente quella regia culturale di cui, come ho già detto, Milano ha bisogno».

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