Per Letizia un avversario-amico ma i sondaggi la fanno sorridere

«Se la sinistra candida un collaboratore della Moratti, vuol dire che il sindaco sta lavorando bene». A vedere il bicchiere mezzo pieno, anzi quasi traboccante, è il leghista Matteo Salvini, che cerca di trovare il lato positivo nella candidatura di Stefano Boeri, l’architetto dell’Expo voluto da Letizia Moratti alla guida della Consulta architettonica per il 2015. Per intenderci, è suo il super plasticone con orti, ortaggi, alberi e serre presentato con grandi fanfare alla stampa. È lui che è andato ad Arcore a spiegare nei dettagli a Silvio Berlusconi dove sarebbero passati i canali navigabili e quali le zone più adatte per futuri negozi e centri commerciali.
Il sindaco, appena rassicurata da Berlusconi durante l’incontro romano per la visita del colonnello Gheddafi, non sembra averla presa troppo bene, o almeno così sembra ascoltando i membri del suo staff, e d’altra parte c’è da capirla: non è bello che una persona di fiducia per un incarico tanto delicato non solo si dimetta dalla Consulta Expo ma addirittura cerchi di toglierti la poltrona. Però, dicono i suoi collaboratori, Letizia Moratti è al lavoro come sempre e non ha cambiato di una virgola l’agenda dopo la notizia che il “suo” architetto è diventato il suo principale sfidante.
Incontri con gli assessori per mettere a punto le ultime opere di fine mandato e per stabilire una sintonia con la città in vista del tagliando. La Moratti ha visto il vicesindaco, Riccardo De Corato e poi Giovanni Terzi. Ha parlato con l’assessore Gianni Verga del piano casa e con Alan Rizzi delle iniziative sportive, ripetendo che vuole essere tenuta fuori, per ovvi conflitti d’interesse, da ogni decisione che riguarda lo stadio di San Siro. Tra oggi e domani vedrà gli altri esponenti della giunta. Un lento avvicinamento alla campagna elettorale.
La Moratti sa bene che l’effetto novità della candidatura di Boeri va smaltita prima di tirare le somme. In viale Monza sono state già fatte le prime valutazioni e, nonostante la certezza di fondo che la battaglia possa essere vinta se c’è l’impegno di tutti, Boeri è considerato «un candidato forte». Architetto e urbanista, è vicino a ambienti della borghesia milanese che conta, insomma è quel che si definisce «un buon candidato da salotto». Nella sede del Pdl ricordano che pochi mesi fa Formigoni a Milano ha preso il 9 per cento in meno che nel resto della Lombardia e nella sfida tra Penati e Podestà, il candidato del Pd aveva vinto in città. A tranquillizzare è la scarsa popolarità di Stefano Boeri, che non è un volto conosciuto ai milanesi.
Al lavoro i sondaggisti. Alessandra Ghisleri, di Euromedia research, spiega che «il rapporto tra i cittadini e il sindaco, pur tra alti e bassi fisiologici, è sempre stato intorno a valori vicini alla maggioranza dei consensi».

La Ghisleri sottolinea la popolarità del sindaco: «Lei non è assolutamente sgradita come molti sostengono, per motivi che non hanno niente a che fare con i dati dei sondaggi». Certo, non sono tutte rose e fiori: «I cittadini milanesi sono molto esigenti e in quattro anni e mezzo non c’è stato sempre amore, ma la fiducia nel suo operato è molto solida».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica