Tempo fa stavo sfogliando le prime pagine di un libro per bambine che, proprio in virtù della sentita necessità di scardinare i teoremi di genere, e "decostruire" il passato per un futuro ipoteticamente migliore, metteva subito in chiaro il suo messaggio, aprendo con un: "C'era una volta... una principessa? Macché! C'era una volta una bambina che voleva andare su Marte”.
Pensai subito che era un approccio molto à la page, un dono adeguato a figlie avvenenti di donne ribelli, forse avvenenti forse no, ma di certo donne che volevano spronare chi le seguiva recidendo in qualche modo il cordone ombelicale che ci lega alla nostra vecchia storia in virtù del nuovo spirito di sostituzione culturale. Per questo motivo, lo riposi sullo scaffale, traendo a me Le Audaci - Donne d'Europa di ieri per ragazze di oggi di Audrey Stéphanie con illustrazioni di Aude Benoit, edito in Italia da Ferrogallico. Un libro che tratteggia vita e leggenda di principesse, guerriere, sante e dee per essere controcorrente nella nostra attualità ancora una volta divisiva; cantando celebri imprese e ponendosi come ispirazione per quelle giovani ragazze che possono puntare alle stelle attraverso i più strabilianti traguardi raggiunti dalla scienza, senza doversi vergognare di aver sognato, tra le pagine di una fiaba, d’essere simili o uguali alle audaci donne del nostro passato. Passato glorioso di un continente che è stato - piaccia o meno - culla della civiltà e protagonista della storia con la S maiuscola.
Come scrive nell'introduzione alla lettura l'attivista Chiara del Fiacco, "la figura femminile in una società come la nostra ha perso qualsiasi punto di riferimento e rischia di annegare in un pantano sempre più vischioso" essendo privato della sua identità storica e culturale. Un'identità che si tende sempre a voler escludere a priori in questa nuova crociata dell'inclusione che caldeggia ogni genere di esotismo e diversità per seppellire miti, cantici, saghe e favole europee sotto una velo di multiculturalismo che trovare spazio per tutti, tranne che per le figure tradizionali che sembrano dover assumere - almeno agli occhi delle figlie del domani - l'aspetto di un nuovo fardello: il fardello della donna bianca.
Nel libro Le Audaci ritroviamo invece una cura molto francese nell'esposizione semplice di drammi e passioni, eroismi e atti di puro coraggio che hanno animato le nostre antenate - siano esistite veramente o solo frutto del mito che comunque trae ispirazione dalla realtà - quale oggetto d’ispirazione per le giovani donne del domani che intendono abbracciare il presente e il futuro, senza per questo accantonare, nascondere o ancora peggio demonizzare il loro nobile, glorioso e rispettabile passato. Mi tornano alla mente le foto recenti di Clotilde d'Arco, discendente diretta del fratello di Santa Giovanna d’Arco, Pierre, che indossa la corazza della sua antenata per le celebrazioni annuali dell'Assedio di Orleans del 1429, e sfila con sguardo lieto e fiero nella bellezza austera di una studentessa quindicenne.
Scoprire o ripassare la storia delle spartane Cinisca e Gorgo, delle matrone romane Cornelia e Livia, della condottiera Giovanna d’Arco, appunto, di Eleonora d'Aquitania e di Elisabetta I, per "scoprire o riscoprire" le radici culturali della nostra bella Europa, dunque. Entità che viene osannata solo nell'unione degli intenti, mai in quella delle origini.
Per insegnare alle nuove generazioni il loro passato, ricco di storia e avventure, di nobili sentimenti ma anche di guerre, astuzie e diplomazie che hanno visto spesse le donne più audaci come protagoniste è un esercizio importante per le generazioni future, che devono arrivare lontano - anche su Marte - senza per questo dimenticare da dove arrivano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.