Al Municipio Levante le lettere sono virtuali. Anzi imprevedibili. Prima spariscono e poi ricompaiono. È così che durante il consiglio di lunedì scorso l'opposizione ha chiesto il rinvio della discussione sull'attività del Castello di Nervi perché alcuni consiglieri di minoranza non avevano potuto partecipare ai lavori della commissione. Motivo: la convocazione della riunione inviata tramite posta elettronica non era arrivata. Il panico serpeggia in sala. Il Presidente Francescantonio Carleo (Pdl) brancola nel buio. Le segretarie del municipio non sanno dare un perché al mistero. Tanto più che, ripulita la casella della «posta inviata», non possono esibire le ricevute informatiche: «messaggio letto dal destinatario» o almeno «messaggio ricevuto dal destinatario».
Un vero impasse. Con il presidente della commissione, Maurizio Moretti (Pdl), a rivendicare la regolarità della convocazione e quindi della commissione mentre il capogruppo del Pd, Giovanni Calisi, decreta: tutto da rifare. La soluzione prende il nome di Stefano Toscanini (Udc) che rintraccia la lettera informatica inviatagli dal municipio nel quale compaiono tutti gli altri destinatari. Tutti. Opposizione compresa che di fronte al mistero delle lettere spedite e mai arrivate dichiara sul proprio onore di non aver ricevuto la convocazione. Sospendere la discussione sarebbe stata una questione di «Galateo istituzionale», ha scritto Calisi a Carleo che ieri pomeriggio si è trovato a gestire un'altra sparizione. Questa volta meno misteriosa. L'assessore comunale Elisabetta Corda era stata invitata nel consiglio levantino per discutere della situazione in cui versano i municipi. «Mancanza di personale e poche risorse economiche» sono le critiche avanzate dai consiglieri di entrambi gli schieramenti. Senza contare i servizi più elementari: «siamo esseri umani costretti a vivere in una sporcizia incredibile», attacca la capogruppo di Fi Alba Viani che cita l'articolo 1 del regolamento che prevedeva l'attribuzione ai municipi di risorse umani e materiali. «Quando dico che sono assessore mi vergogno perché non ho nessun potere e nessuna risorsa economica», lamenta Giuliano Gattorno, consigliere dal 1985.
Tutte questioni rivolte alla Corda che però non si è presentata.
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