All’improvviso s’è capovolto il derby. Per il Milan rischiava di trasformarsi in un incubo, specie se il passaggio di Siena fosse stato scandito da un altro buco nell’acqua. Come nel resto della orribile estate rossonera. E invece? E invece è successo che, grazie ai due squilli di tromba di Pato, il Milan è andato incontro al suo primo derby d’agosto in un clima di soave tranquillità. Sorridendo dell’astuzia di Mourinho (a proposito: il «furbacchione» di Galliani sul conto di Mourinho non è occasionale ma documentato poiché deriva dalla conoscenza diretta dei precedenti portoghesi di Josè appresi dalla fonte diretta, ndr) e incassando l’aperta simpatia di mezza Italia: tutti a fare il tifo per il Milan, nella speranza che possa ritardare ulteriormente la partenza dell’Inter. Così tra martedì e ieri, Milanello è tornato ad aprire i cancelli a telecamere e taccuini, interviste e scambi d’opinione, declinando una voglia matta di misurarsi con l’armata morattiana rinunciando sempre a proclami e pronostici impegnativi. «Sarebbe bello ripetersi» è la motivazione che spinge Ronaldinho a presentarsi all’appuntamento di sabato prossimo proprio come accadde un anno fa di questi tempi, la notte del 28 settembre. Allora il Gaucho incorniciò la sua prova smagliante con un gol di testa dettato dal cross di Kakà e dedicò l’impresa balistica al compleanno del presidente Berlusconi che nel frattempo è diventato l’isolato, ispiratore.
Leonardo, al debutto da allenatore, ha mostrato il sorriso d’ordinanza e s’è segnalato per quell’invito spedito al vecchio capitano in pensione, Paolo Maldini che, altrimenti, se ne sarebbe rimasto a Miami, in compagnia di moglie e figli e di un riposo che non deve dispiacergli affatto se è vero che per goderselo tutto ha rinunciato all’incarico propostogli dal Chelsea. «Saponetta», così continuano a chiamare Leo i colleghi brasiliani, deve solo sciogliere un dubbio, o meglio deve prepararsi a comunicare la scelta del centravanti, che è fatta (giocherà Borriello, Huntelaar e Inzaghi in panchina) e non solo perché la formula tattica ha funzionato come si deve a Siena. Il giovane olandese, scontata la squalifica, ha già lanciato la volata («all’Inter ho fatto gol l’anno scorso»), lo stagionato Pippo era convintissimo di giocare la prima a Siena e aveva in tal senso contagiato anche i cronisti tv che gli chiedevano, via sms, lumi sullo schieramento.
Persino dal botteghino di San Siro è arrivato un segnale che è testimonianza diretta del cambio d’umore nel popolo rossonero, prima depresso e demotivato dal mercato del club e dalle sue prime apparizioni, poi d’incanto, «gasato» dal derby e dalla prova iniziale. L’esaurito è scontato anche se non ancora raggiunto, con le solite cifre da capogiro (quasi 3 milioni di euro) e l’interesse smaccato di televisioni straniere, Al Jazeera in primissima fila. Dev’essere sempre il derby uno dei motivi per spiegare l’ostinazione di Oddo: vogliono mandarlo via, in cambio Rafinha, ma lui resiste.
«Non se ne andrà» ha garantito per lui il papà. Sa di non avere posto, di non godere la fiducia di Leonardo ma ha deciso di restare. Forse anche per non lasciare la moglie qui, come accadde a Monaco l’anno passato, andando incontro a uno spiacevole incidente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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