da Roma
Fuori i poliziotti, dentro gli steward. Saranno gli «addetti alla pubblica incolumità presso gli impianti sportivi» a gestire la sicurezza all'interno degli stadi, mentre le forze dell'ordine si occuperanno di vigilare all'esterno. È l'obiettivo del protocollo d'intesa siglato ieri al Viminale dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato, dal presidente del Coni, Gianni Petrucci e dal presidente della Figc, Giancarlo Abete.
Nasce dunque la rivoluzione steward. Le società di calcio devono «predisporre l'organigramma degli addetti alla sicurezza», definire i loro adempimenti, «predisporre un piano per l'informazione, la formazione e l'addestramento... prevedendo sia figure di coordinamento che operatori, specificandone i compiti anche in base alle caratteristiche dell'impianto». Inoltre il numero minimo degli steward «non può essere inferiore ad uno ogni 250 spettatori e quello dei coordinatori ad uno ogni 20 addetti».
Ecco le incombenze dei nuovi guardiani della sicurezza la cui formazione sarà a carico del Coni: «Verificare il possesso da parte del pubblico di regolare titolo di accesso allo stadio; accertare la conformità tra l'intestazione del titolo di accesso allo stadio e la persona fisica che lo mostra, negando l'accesso a chi ne risulti sprovvisto; occuparsi dell'accoglienza e dell'instradamento degli spettatori con l'eventuale attivazione di procedure inerenti alla pubblica incolumità ed alle emergenze; presidiare i varchi d'accesso all'impianto».
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