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Libero con l’indulto, uccide una commessa

Delitto di Caravaggio, nel Bergamasco: l’assassino è un tossicodipendente che voleva impadronirsi di 90 euro. Aveva già compiuto 25 rapine. L’uomo, dopo l’omicidio, ha chiuso a chiave il negozio ed è tornato a casa buttando gli abiti sporchi di sangue

Libero con l’indulto, uccide una commessa

Bergamo - Una settimana prima di ammazzare e rapinare una commessa di 64 anni, aveva sequestrato la titolare di un negozio di animali, obbligandola a rivelargli il codice del bancomat e liberandola dopo 4 ore. Nessuno lo ha fermato.
È uno dei particolari emersi durante l'interrogatorio di Vincenzo d'Errico, 37 anni, una sfilza infinita di precedenti penali, originario di Rodi Garganico (Foggia) ma trapiantato da settembre a Caravaggio, nella Bassa Bergamasca, dove ha raggiunto l'apice della sua carriera criminale trucidando l'altro giorno Luigia Polloni, 64 anni, di Chiari (Brescia), commessa nel colorifico Isso Color. Una storia brutta e dolorosa. In un primo tempo si era ipotizzata anche la violenza carnale, dal momento che la vittima era parzialmente svestita, ma questa accusa è caduta.
D'Errico dopo il delitto è scappato chiudendo a chiave la porta d'ingresso del negozio ed è tornato a casa. Si è cambiato. Ha infilato gli indumenti sporchi di sangue e le chiavi del negozio in un sacchetto, poi ha preso un treno ed è andato a Treviglio, pochi chilometri di distanza, dove ha gettato il sacchetto in un fosso. Quindi è salito su un altro treno ed è sceso a Cremona, consegnandosi ai carabinieri. Ieri ha confessato davanti al pm Silvia Russo, raccontando di essersi iniettato una dose di eroina intorno alle 9 del mattino e di avere vagato per il paese, incontrando casualmente la vittima mentre ripuliva fuori dal negozio.
L'ha costretta a entrare minacciandola con una pistola giocattolo e si è fatto consegnare i 90 euro che si trovavano in cassa. Nel frattempo ha chiuso a chiave la porta. La commessa, impaurita, ha afferrato un taglierino tentando di reagire: ne è nata una colluttazione nel corso della quale il malvivente è rimasto ferito a una gamba, prima di percuoterla con violenza al capo e al viso per poi soffocarla. La dinamica dell’omicidio dovrebbe comunque trovare conferme definitive già oggi, dopo l'autopsia che verrà effettuata nella camera mortuaria del cimitero di Treviglio e affidata al dottor Luca Tajana, medico legale di Pavia.
«Era fuori per indulto pur avendo alle spalle ben 25 rapine: questo assassino non merita nessuna pietà - dichiara il senatore della Lega Ettore Pirovano, storico sindaco di Caravaggio, oggi numero due dell'amministrazione comunale - La cosa che più addolora non solo me ma tutta la cittadinanza è che un pm, all’inizio di febbraio, convalidò l'arresto di questo tipo per furto ai danni di un'anziana, ma un giudice l'ha poi rilasciato. È sempre la solita storia. E ormai siamo stanchi».
«Sempre a febbraio - continua Pirovano - il 22 scorso, in un negozio di articoli per animali ha tenuto sequestrata per 4 ore la proprietaria e sempre a scopo di rapina. La denuncia è stata fatta il 27 febbraio. I carabinieri - conclude Pirovano - hanno portato l'incartamento al pm e il 28 mattina ha ucciso questa commessa. Spero che marcisca in galera».
Questa incredibile versione dell'accaduto è confermata dalla stessa negoziante, Maria T., di Caravaggio, presa in ostaggio sotto la minaccia di una siringa sporca, imbavagliata con nastro isolante, rinchiusa in uno sgabuzzino dopo essere stata costretta a rivelare il codice del proprio bancomat: una volta prelevato il contante, D'Errico era tornato e l'aveva liberata, intimandole il silenzio. La negoziante per cinque giorni ha taciuto, terrorizzata dalle minacce dell'arrestato, tanta paura, quindi si è recata dai carabinieri per sporgere denuncia.
I militari dell'Arma in poco tempo avevano bloccato il malvivente ma, per un cavillo giuridico - la trascorsa flagranza - il fermo non è stato convalidato e D'Errico è tornato libero. Di rapinare ancora.

E di uccidere.

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