Tripoli - I lealisti devono arrendersi entro sabato o molto presto si combatterà in una battaglia all'ultimo sangue. L'ultimatum è stato lanciato dal capo dei ribelli libici e riguarda in particolare quell roccaforti dei lealisti ancora fuori dal controllo del Cnt come Sirte, la città natale del raìs in cui si stanno concentrando gli scontri.
Verso la battaglia finale La battaglia finale in Libia è "imminente" ha annunciato il portavoce militare dei ribelli, Ahmed Omar Bani, a Bengasi, spiegando che "finora non è giunta alcuna proposta di resa pacifica" da parte dei gheddafiani a Sirte. "Vogliamo che tutti sappiano che siamo pronti militarmente per la battaglia che metterà fine al conflitto", ha dichiarato il colonnello Bani in una conferenza stampa. "Noi continuiamo a cercare una soluzione pacifica, ma sabato impiegheremo metodi diversi di fronte a questi criminali", ha aggiunto sottolineando di essere "sorpresi che gli abitanti di Sirte rifiutino ancora le nostre proposte pacifiche per evitare spargimenti di sangue su entrambi i fronti". Riguardo alle operazione militari previste a Sirte, Bani ha spiegato che "la loro durata non è un problema, l’importante è liberare Sirte".
L'ultimatum Il capo del Consiglio Nazionale di Transizione, Moustapha Abdeljalil , ha ribadito che la resa è una "finestra di opportunità" che consentirà di trattare ancora a Sirte e altrove sino "al termine della festa di Aid el-Fitr", la festa per la fine del Ramadan che in Libia scade la notte di venerdì. "A partire da sabato - ha aggiunto - se non si sarà trovata una soluzione pacifica passeremo all’offensiva miltiare".
Nato: "La missione prosegue" Intanto, proprio a Sirte si stanno concentrando anche gli sforzi della Nato, che nelle ultime ore ha aumentato la sua pressione sulle truppe del colonnello. Gli alleati hanno finora distrutto 22 veicoli pieni di armi, quattro radar, tre centri di comando, un sistema di batteria antiaerea, un sistema di missile terra-aria, due veicoli per l’approvvigionamento militare e una caserma nella sola giornata di ieri. Una missione "ancora necessaria", come ha sottolineato la portavoce della Nato Oana Lungescu precisando che le operazioni a protezione della popolazione civile continueranno "finchè necessario, ma non un giorno di più".
"Gheddafi a Sebha", giallo su Khamis Il Colonnello sarebbe rimasto a Tripoli fino a venerdì, quando sarebbe riuscito a fuggire verso la città meridionale di Sebha, sua storica roccaforte. È quanto sostiene una giovane guardia del corpo del figlio Khamis. Il ragazzo, di appena 17 anni, ha inoltre aggiunto che Khamis è stato ucciso a 60 km da Tripoli, come sotengono anche altre fonti.
La Toyota Land Cruiser su cui viaggiava Khamis sarebbe stata raggiunta da un missile, che per il testimone è stato sparato da un velivolo Nato. L’Alleanza, tuttavia, fa sapere di non avere notizie sul figlio di Gheddafi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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