Il libro Dai segreti processuali ai boss che fanno causa

La vita di Joseph Pistone, alias Donnie Brasco, non è stata semplice: nemmeno dopo che è stato «esfiltrato» da Cosa nostra. Certo, il fatto di aver portato avanti una delle operazioni antimafia più grandi della storia lo ha trasformato in una «icona vivente». Ma un’icona con sulle spalle pesanti segreti giudiziari e una permanente minaccia. Tanto per dire: la mafia pose su di lui una taglia di 500mila dollari. Non è chiaro se sia mai stata ritirata. E anche una volta raggiunta la notorietà, grazie al primo libro scritto sulla vicenda, Donnie Brasco: My Undercover Life in Mafia (1987), Pistone ha dovuto vivere nascosto. E senza poter rivelare alcuni dei dettagli di quell’operazione durata 6 anni. Solo ora che si sono chiusi tutti i processi nella versione rivisitata del libro, che in Italia si intitola Donnie Brasco. La mia battaglia contro la mafia americana (Mondadori), ha potuto raccontare tutta la vicenda. Ma non solo, quando dal libro di Pistone è stato tratto un film, con Al Pacino e Johnny Depp, poco è mancato che dalla parte delle «vittime» figurassero i mafiosi. Nel 1996 un video pirata finì, prima della proiezione del film, nelle mani di John «Boobie» Cersani. L’attore che impersonava Cersani, prendeva a calci in faccia il proprietario di un ristorante giapponese, e gli fracassava la testa.

L’avvocato di Cersani minacciò una querela per calunnia, anche se il vero film non era ancora nelle sale. La Sony Pictures corse ai ripari: accorciò la scena dell’omicidio e il nome del personaggio venne modificato in «Paulie». MSac

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