Andrea Tornielli
La perdita di un figlio è unesperienza straziante, che annichilisce e prostra nel dolore coloro che al figlio la vita lavevano trasmessa. Andreana Bassanetti, psicologa e psicoterapeuta di Parma, quattordici anni fa ha perso la figlia Camilla, ventunenne. «Perché... perché mio figlio? Quante volte in questi anni, da quando è mancata prematuramente Camilla, ho vissuto cuore a cuore con questo grido lacerante che scandiva inesorabilmente il tempo... e quante volte mamme e papà che hanno vissuto la mia stessa esperienza di morte, prostrati dal dolore, mi hanno consegnato il loro disperato perché?... Nessuno di noi, tuttavia, ha mai avuto il sospetto che proprio quel momento tragico, quel grido lacerante, fosse capace di trasformare la morte in un annuncio gioioso di vita». Così la dottoressa Bassanetti scrive nel libro Perché mio figlio? (Edizioni Paoline, 208 pagine, 9 euro) che, attraverso un itinerario psicologico-spirituale di elaborazione e integrazione, con consigli pratici e semplici, cerca di dare risposta a questo interrogativo difficile e misterioso.
La psicologa, che da otto anni conduce ogni quarto venerdì del mese un programma sul «comunicare in famiglia» dai microfoni di Radio Maria, ha fondato «Figli in Cielo», una scuola di fede e di preghiera per offrire alle famiglie visitate dal lutto per la perdita di un figlio un aiuto e un sostegno. Poco a poco questa iniziativa è cresciuta e oggi sono ben ottomila le famiglie che si sono rivolte allassociazione, che è stata riconosciuta dalla Chiesa e che può contare su vari gruppi presenti in cento diocesi italiane. Il libro Perché mio figlio? raccoglie lesperienza di questo cammino e oggi, vigilia della Festa della Famiglia, viene presentato durante la tavola rotonda «La famiglia nellesperienza del dolore». Lincontro alle 15.30 allauditorium San Carlo di Corso Matteotti 14. Presenti, il vescovo ausiliare e vicario per la città, monsignor Erminio De Scalzi, Luciano Moia, giornalista di Avvenire, oltre allautrice Andreana Bassanetti. Moderatore padre Hermes Ronchi, consigliere spirituale dellassociazione «Figli in Cielo».
«Il libro spiega lautrice non vuole essere un manuale tascabile sul fai-da-te del dolore e della morte, né uno studio psicologico sulle famiglie che hanno vissuto la perdita di un figlio e nemmeno sul modo di trattare i genitori colpiti da questo tremendo dramma, perché credo fermamente a ciò che diceva Galileo: non si può insegnare qualcosa a un uomo, puoi soltanto aiutarlo a scoprirla dentro di sé».
Lassociazione si può contattare presso la sede di Parma (telefono e fax 0521-489425. email: figlincielo@figlincielo.it)
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