Un libro per vedere con «gli occhi del cuore»

Un libro per vedere con «gli occhi del cuore»

Marzia Fossati

C’è chi vede con gli occhi e chi vede col cuore, e vede magari ancora più lontano, riuscendo a cogliere infinite sfumature ignote ai più: sono gli ospiti dell’Istituto David Chiossone, che alle 17.30 di oggi nella sua nuova sede di corso Italia 10(inaugurata lo scorso maggio), presenterà il volume «L’Occhio del Cuore», che illustra l’esperienza dei laboratori creativi della scenografa francese Danièle Sulewic con i bambini e i ragazzi dell’istituto.
Sorto nel 1868, L’Istituto Chiossone è stato attivo per più di un secolo come centro di istruzione e assistenza per i disabili visivi, assicurando loro ospitalità, formazione, lavoro e tutela presso le proprie strutture, quali asili, scuole, laboratori e residenze.
Da oltre trent'anni l'istituto ha scelto però di intraprendere anche un nuovo e coraggioso cammino verso la piena integrazione dei disabili visivi in famiglia, come a scuola, nel lavoro e nella società in genere. E proprio per promuovere l’inserimento nel mondo lavorativo di coloro che un tempo venivano semplicisticamente chiamati «ciechi», è stata realizzata questa pubblicazione, che ha il gravoso compito di fare da apripista a eventuali future esperienze sorelle, essendo il primo progetto editoriale della Cooperativa Sociale Chiossone.
«L’Occhio del Cuore» costituisce solo l’ultima tra le molteplici testimonianze delle esperienze dell’istituto nel campo dell’arte, che, essendo da considerarsi senza barriere, ha quindi l’obbligo di rendersi accessibile e fruibile da tutti, oltre che modalità espressiva da non precludersi nemmeno ai disabili visivi. In questo senso, l’Istituto David Chiossone, nell’ambito delle proprie attività di riabilitazione dei ciechi e degli ipovedenti, ha sempre dato vita a numerose e variegate attività artistiche,con la partecipazione di tutti i disabili nelle diverse fasce d’età, e ha consolidato nel corso degli anni un intenso rapporto di scambio di esperienze con artisti e personalità del mondo della cultura. Fra cui, in ordine di tempo, ultima (solo cronologicamente) è stata appunto la talentuosa costumista e scenografa del Teatro di Roma, che ha guidato i ragazzi del Chiossone in questa insolita rielaborazione di oggetti di uso quotidiano quali scarpe, sedie, giocattoli e abiti, dando forma a realizzazioni artistiche di incredibile creatività e fantasia, illustrate nel libro presentato oggi pomeriggio.

«É molto difficile definire il mondo di Danièle -commenta Emanuele Luzzati che conosce e apprezza da anni la Sulewic- dire fiabesco è limitativo; arcaico è vero, ma è vero anche il contrario perché è modernissimo, è proprio di oggi, del nostro tempo tormentato e pieno di umori».

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