Love Giver, una possibilità d'amore per i disabili
26 Dicembre 2015 - 12:51Max Ulivieri, l'uomo che si batte perché anche in Italia venga legalizzata la figura dell'assistente sessuale per disabili
“Per favore non chiamateli, infermieri, volontari o, peggio ancora, lavoratori del sesso, ne ho sentite di tutti i colori. È incredibile come si cerchi di aiutare i disabili in ogni aspetto della vita quotidiana, tranne che nella sessualità. Eppure è un elemento importante, non tanto dal punto di vista erotico, quanto da quello affettivo e dell’autostima”. A parlare all'Huffington Post, è il 45enne Max Ulivieri, affetto dalla nascita da CMT1A (una patologia genetica neuromuscolare che provoca l’atrofizzazione degli arti), ideatore del sito Love Giver, un sito che aiuta a far conoscere il lavoro dell’assistente sessuale per disabili.
Lui si considera molto fortunato perché è felicemente sposato ma si batte perché tutti i disabili possano vivere l'amore e perciò ha creato un luogo dove possono raccontare le proprie storie. Gli assistenti sessuali esistono già in Paesi come Olanda, Svizzera, Scandinavia e Belgio. “Troppo spesso questa figura viene associata alla prostituzione - commenta Ulivieri- bisogna scardinare il pregiudizio”. “Sto provando a sensibilizzare le Regioni, per far partire il progetto a livello locale. Ho avuto buoni riscontri da Toscana, Emilia Romagna e Campania", spiega Max che nel 2014 ha depositato alla Camera un disegno di legge per introdurre in Italia il ruolo dell’assistente sessuale. Intanto Love Giver ha scelto 30 persone idonee a iniziare i corsi per diventare assistenti sessuali. Sono stati selezionati tra gli oltre 80 che hanno presentato la candidatura sul sito e saranno seguiti da medici, sessuologi e psicologi. Tra loro ci sono sia eterosessuali sia omosessuali e l’età va dai 25 ai 50 anni. “La dote essenziale per fare questo lavoro è l’empatia -sottolinea Ulivieri- La capacità di mettersi in contatto con la sofferenza è la base. Il resto si può imparare grazie ai nostri specialisti”.
Il Love Giver non ha mai rapporti completi, ma supporta l’assistito nella scoperta, o riscoperta, dell’intimità e dell’affettività. Al massimo si arriva alla masturbazione. “Il nostri obiettivo è abbattere lo stereotipo che vuole i disabili come esseri asessuati. Non è così- ribatte Max Ulivieri- L’erotismo e il contatto fisico possono essere qualcosa di completamente nuovo per chi percepisce il proprio corpo come una gabbia." "Quello che si può arrivare ad avere grazie all’assistente è una rapporto migliore con se stessi e con gli altri. So che in Italia i percorsi legislativi possono essere lunghi e tortuosi, - conclude Ulivieri - ma vorrei che almeno iniziasse a cadere qualche tabù. Siamo abituati a vedere qualunque cosa in tv, ma ancora ci scandalizziamo davanti al sesso.
Figuriamoci poi quando riguarda i disabili”.