Un Festival di Sanremo politically correct. E lento, lentissimo. Maria De Filippi e Carlo Conti hanno fatto i compiti e li hanno fatti bene. Impeccabili. Ma è stato un Festival senza anima. È mancato il pizzico di polemica, è mancato il colpo di scena, è mancata la diatriba. Le vallette – che non si dovrebbero chiamare così perché pare sia un termine squalificante - ci sono mancate. Non fosse altro perché almeno avremmo visto sul palcoscenico dell'Ariston dei look da sogno. Perché, musica a parte, è quello che avremmo voluto vedere. Va bene la modernità, va bene svecchiarsi visto che non siamo più ai tempi di Claudio Villa, va bene anche ironizzare (e il vincitore Francesco Gabbani, in questo è stato un maestro) ma quest'anno i look degni di nota sono stati davvero pochi.
Molti i bocciati. A partire da Giusy Ferreri, di cui non riusciamo a salvare nemmeno una mise. A partire dalla prima: un tailleur smanicato, giacca e pantaloni, con stampa bocche e rossetti. Nemmeno Tata Francesca nei suoi anni migliori. Per non parlare dell'ultimo abito sfoggiato la sera dell'eliminazione... scollo a cuore, stampa giaguaro e benvenuti nella giungla. Non se l'è cavata meglio, Maria de Filippi. Queen Mary, come viene definita sui social, ha inanellato un look sbagliato dietro l'altro. Ricorderemo per sempre il cardigan di lycra, che sembrava comprato in una catena di intimo low cost, abbinato a pantaloni e maxi collana, che ricordava il Cuore Dell'oceano della Rose di Titanic. E vogliamo dimenticare l'abito da sera nero con la canottiera bianca sotto? No. Non possiamo, certi ricordi sono difficili da dimenticare, e se proviamo a farlo, trovano comunque la strada per raggiungerci sotto le sembianze di incubi. Altra bocciata - ma Dio sa se potremmo andare avanti – è Lodovica Comello che sembrava interpretare ad ogni esibizione una fiaba diversa. Una sera era Cappuccetto Rosso, una sera era la Fata Turchina di Pinocchio. I fratelli Grimm ringraziano.
Tre invece, sono le artiste promosse a pieni voti. Paola Turci, sensualissima ed elegante, ha cantato sul palco con gli occhi che le brillavano ed una grinta ritrovata, avvolta per le prime tre sere in avvitatissimi smoking sartoriali, resi femminili da un'impeccabile lingerie vista e da un super sexy tacco 12. L'ultima esibizione, invece, ha lasciato nell'armadio gli abiti androgini a favore di una jumpsuit nera, illuminata solo da due bracciali. Del resto, illuminava già sufficientemente il suo sorriso raggiante. Promuoviamo anche Chiara, in forma e dimagritissima, che sembra essersi spogliata, insieme ai kg di troppo, di quell'aria da ragazzetta universitaria e avere ritrovato la sua dimensione, sfoggiando abiti romantici, in pizzo e plumetis, in nuance sobrie e pacate, perfette per la kermesse canora. Altra promossa a pieni voti è Bianca Atzei che non solo ha azzeccato gli abiti, ma anche trucco e parrucco. Un equilibrio perfetto, il suo, di eleganza e fantasia eccentrica, culminato nell'abito floreale da sogno indossato per la finale.
In mezzo a tanti bocciati e a qualche promosso nella classe 2017 del Festival di Sanremo, come da tradizione, possiamo annoverare anche qualche rimandato a settembre. I look di Elodie, pupilla di Emma Marrone, tra le autrici della sua Tutta colpa mia, ad esempio, erano belli ma non ballavano. Non male nel complesso, ma in ogni abito c'era sempre un dettaglio stonato, qualcosa che non quadrava, che non si abbinava al trucco o ai capelli, che non la rappresentava... senza considerare il fatto che per l'ultima serata sembrava avere rubato lo smoking bianco che Paola Turci aveva indossato in occasione della semifinale. Non si fa... Rimandiamo a settembre anche Fiorella Mannoia, che ci è piaciuta molto con i tailleur androgini e, soprattutto, con lo straordinario abito di velluto rosso della finale. Peccato per il clamoroso scivolone su cui non siamo riusciti proprio a chiudere gli occhi: il coprispalla di lycra. Sì, proprio quello che qualcuna indossa nelle sagre di paese sentendosi pure elegante.
La verità è che quest'anno tenere gli occhi aperti davanti alle interminabili puntate del Festival è stata dura e detta tra noi, quando Carlo Conti e Maria De Filippi, dopo avere allungato il brodo con ospiti
di ogni genere e sorta (della presenza di qualcuno ci stiamo ancora interrogando), hanno annunciato il vincitore, abbiam tirato un sospiro di sollievo. È finita, "comunque vada panta rei and singing in the rain".
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