Ligabue e gli altri o Cattelan a Bergamo. L'arte che non chiude nel mese di agosto

A Lecco 14 opere di maestri che hanno vissuto l'esperienza del manicomio

Ligabue e gli altri o Cattelan a Bergamo. L'arte che non chiude nel mese di agosto
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Estate a regola d'arte in Lombardia, e mai banale. Siamo andati a vedere tre mostre che meritano il viaggio se vi piacciono l'arte contemporanea e la fotografia, in luoghi non convenzionali. Cominciamo dal lago. Prima tappa, a Lecco, al Palazzo delle Paure dove, fino al 2 novembre, è in programma Antonio Ligabue e l'arte degli Outsider, a cura di Simona Bartolena, un viaggio affascinante sul complesso rapporto tra arte e follia che propone 14 opere di Antonio Ligabue e una quarantina di dipinti e disegni realizzati da maestri quali Filippo de Pisis (che proprio in un istituto di Brugherio venne curato per il suo "male di vivere") e poi Carlo Zinelli, Gino Sandri, Edoardo Fraquelli, Pietro Ghizzardi, Mario Puccini, Rino Ferrari, tutti artisti che hanno conosciuto il manicomio o le cui ricerche hanno seguito percorsi anomali, fuori dagli schemi. Il percorso ruota attorno alla figura di Antonio Ligabue, "Toni al matt", come solevano definirlo gli abitanti della Bassa padana, regione dove trascorse buona parte della sua vita: di questo straordinario artista che ha vissuto una esistenza ai margini, con continui ricoveri negli istituti psichiatrici della zona, a Lecco sono proposti alcuni dei suoi maggiori capolavori che documentano i suoi motivi più ricorrenti, dalle belve feroci ai paesaggi rurali padani, passando per gli intensi autoritratti. Lasciamo Lecco, non prima di fare una tappa nel vicino comune di Bellano nel neonato Museo Giancarlo Vitali dove è possibile ammirare le opere del maestro lombardo (1929-2018), tanto caro a Testori per la sua pittura materica e potente, capace di imprimere su tela il paesaggio e i personaggi che amano quella sponda "ruvida" del lago, fatta di lavoro e fatica. Ci spostiamo verso est: prima tappa alla Cavallerizza Centro della Fotografia italiana di Brescia dove, fino al 7 settembre, è in corso l'ottava edizione del Brescia Photo Festival. Da non perdere, se vi piace la fotografia fiabesca, la personale dell'artista statunitense Sandy Skoglund, nella mostra Nel paese delle meraviglie troviamo i suoi scatti onirici e surreali, con ambienti familiari trasformati da strane creature e colori brillanti. Skoglund è una delle firme più acclamate della cosiddetta "staged photography" ovvero di quel tipo di fotografia che si basa su una messa in scena dell'autore. Usciti dal mondo incantato di Skoglund, ci buttiamo dentro un altro genere di incanto (a tratti più dolente, a tratti più goliardico): quello di Maurizio Cattelan, artistar italiana che non ha bisogno di troppe presentazioni. La sua mostra Seasons (fino al 26 ottobre) si sviluppa come un percorso visivo a Bergamo e stimola, grazie all'intelligente curatela di Lorenzo Giusti, direttore della GAMeC, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, una riflessione sulla ciclicità della vita e della storia, sulle generazioni, sull'ascesa e sulla caduta dei valori e sulle trasformazioni dell'individuo e della società. Il percorso espositivo è itinerante e si snoda in quattro sedi, con cinque lavori: a Palazzo della Ragione, in Città Alta, vediamo la toccante scultura November, dedicata ai senzatetto e a chi vive ai margini, mentre alla GAMeC di via San Tomaso sono esposte Empire e No (una scultura di Hitler in ginocchio con un sacchetto di plastica in testa) mentre la scultura Bones (un'aquila caduta) è nel vicino Ex Oratorio di San Lupo.

Il nostro giro si conclude alla Rotonda dei Mille, nel cuore di Bergamo Bassa: One è una installazione site-specific in cui Cattelan ha messo sulla statua di Garibaldi un bambinetto che mima con la mano una pistola. Un'immagine giocosa e inquietante, che in tanti stanno fotografando in questa calda estate lombarda.

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