A dodici anni cominciano con una birra a stomaco vuoto il sabato pomeriggio. A diciassette la birra di ogni sera si accompagna nel fine settimana a un drink superalcolico. O due. O tre. A trentanni si è già oltre. Molto oltre. Non sono alcolizzati, tecnicamente si chiamano «moderati bevitori», eppure la salute di questi giovani è già a rischio. Quei bicchieri di troppo possono incidere sulla salute e in chi abusa dellalcol in un periodo di tempo che va dai 5 ai 30 anni si possono sviluppare gravi malattie: prima far tutte aumenta di 13 volte il rischio di patologie del fegato.
Eppure la Liguria è al terzo posto in Italia per consumo di alcol pro capite e letà del primo bicchiere si abbassa sempre di più. «Negli ultimi cinque anni il consumo di alcol nella fascia di età tra i 12 e i 17 anni è cresciuto del 110 per cento - spiega Gianni Testino, epatologo dellospedale San Martino, presidente della sezione ligure della Società italiana di alcologia -. Per questo motivo siamo molto attivi nelle scuole. Negli istituti professionali abbiamo distribuito un questionario per raccogliere i dati più significativi del rapporto tra ragazzi e alcol e ci siamo preoccupati». Secondo la ricerca svolta dalla Sia tra i ragazzi di unetà compresa fra i 16 e i 18 anni risulta che circa due su dieci bevono abitualmente tutti i giorni e circa uno su tre beve in modo concentrato nel fine settimana. Inoltre almeno un adolescente su dieci è da considerarsi un forte bevitore visto che assume al giorno circa 4 bicchieri di birra, vino o alcolici di altri tipi (mentre per un uomo adulto il limite accettabile è due biccheri al giorno). Uno su tre dice di essersi ubriacato almeno una volta allanno e sette su dieci non lo considerano un comportamento a rischio. Il dato più grave è che circa quattro ragazzi su dieci fra coloro che bevono dicono di aver cominciato a farlo tra i 12 e i 15 anni. «Non sono questioni da sottovalutare - spiega Testino - visto che la Liguria conta circa 1.500 morti allanno per lalcol e sono circa 40mila i liguri considerati bevitori problematici. Inoltre il futuro alcolista inizia presto: tra i 12 e i 17 anni e non vi è ormai quasi più differenza fra uomini e donne». In realtà una differenza cè visto che per conformazione organica luomo è in grado di «digerire» lalcol più velocemente della donna, per la quale anche un bicchiere di troppo diventa un veleno. «E forse non tutti i genitori sanno che fino a 18 anni lorganismo umano non ha ancora formato gli enzimi per distruggere le molecole di alcol e renderle meno aggressive per il corpo», continua lo specialista. Che lancia anche un altro allarme, soprattutto alle ragazze che - forse in nome di una malsana idea di parità - cominciano a bere presto e in quantità simili a quelle degli amici maschi. «Lalcol è resposabile dellincidenza della cirrosi epatica, ma anche di malattie oncologiche: non solo tumori dellapparato digerente, ma, sembrerà strano ma è così, gli esperti ritengono che anche il 60 per cento dei tumori del seno siano legati a un consumo moderato di alcol in combinazione con particolari fattori genetici».
E le più sotto osservazione sono le donne. Dai dati risulta che negli ultimi cinque anni lincremento delluso di alcolici nelle femmine tra i 12 e i 17 anni sia stato del 110 per cento e del 51 per cento tra i 18 e i 24 anni, mentre i loro coetanei hanno fatto registrare un incremento sì, ma più contenuto, rispettivamente del 31 e del 21 per cento nelle due fasce di età.
Sembrerebbe inutile ricordare quanti morti provoca labuso di alcol, ma evidentemente, date le cifre di cui stiamo parlando relative ai nuovi «alcolisti» non è così. «Noi sappiamo che in Europa in genere la percentuale di donne bevitrici è la più alta nel mondo con il 35 per cento - spiega Testino -, ma i dati italiani sono ancora più seri con un numero di morti tra le 36mila e le 42mila allanno e il 20 per cebnto dei ricoveri ospedalieri. Sono poi almeno 5 milioni i bevitori problematici e ogni anno nascono almeno 3mila bambini con ritardi causati da sindrome feto-alcolica».
Lalcol inoltre causa - come ben sappiamo in questi ultimi anni - circa la metà degli incidenti stradali, il 20-30 per cento degli incidenti sul lavoro, la metà degli omicidi e un suicidio ogni quattro.
Difficile capire perché si cominci a bere. Qualche risposta la si ottiene chiedendolo ai giovani. I ragazzi tra i 16 e i 18 anni raccontano che bevono per un disagio psicologico (58 per cento), perché hanno problemi familiari (15 per cento) o solo per seguire la moda (40 per cento). Un 66 per cento denuncia uninfluenza in questo senso dei mass media. A livello nazionale, e la Liguria non si discosta molto da queste cifre, fra i 14 e i 17 anni sono mezzo milione i giovani che abusano di vino, circa 800mila di birra e tra i 180 e i 250 mila quelli che prediligono amari e liquori.
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