L'imprenditore: "Non servirà a salvare un'azienda"

A pensarci bene, non lo farebbe mai e in fondo è convinto che non sia nemmeno la soluzione giusta. «Mi sentirei in imbarazzo a chiedere una cosa del genere. E poi il buon esempio deve partire sempre dall’alto». Domenico Guzzini, presidente e direttore marketing della Fratelli Guzzini, si mette nei panni dei suoi colleghi inglesi, i dirigenti della compagnia aerea British Airways che hanno lanciato un appello ai dipendenti per aiutare l’azienda a ripianare le perdite. Risultato: ottocento impiegati hanno accettato di lavorare gratis per un mese.

Insomma, non se la sentirebbe di proporre la stessa cosa ai suoi?
«Direi proprio di no. Conosco imprenditori che l’hanno fatto per garantire i posti in azienda. Il discorso era “Tiriamo tutti la cinghia e tutti quanti facciamo sacrifici, in proporzione al grado che si ricopre”. Non pagare le maestranze, può essere una cura a tempo determinato, nel senso che darà ossigeno per qualche mese. Ma poi bisogna intervenire, altrimenti il malato muore».

Come a dire che quello richiesto dalla British Airways è un sacrificio inutile?
«Diciamo che non è una bella soluzione. Non è un modo per salvare il gruppo. I vertici dovrebbero conoscere quali sono le strategie da mettere in atto per riorganizzarsi e quali sono le cause della crisi. Abbiamo vissuto la stessa cosa con Alitalia, alla fine i provvedimenti vanno presi. La penso così: quando un’azienda è in difficoltà, il sacrificio deve essere spalmato su tutti, non solo su alcuni».

Mi perdoni, però anche il direttore generale della compagnia inglese ha rinunciato a un mese del suo stipendio.


«Guardi, anche noi abbiamo abbassato le retribuzioni ai livelli più alti. Ma non l’abbiamo detto a nessuno, solo ai vertici aziendali. E poi il direttore generale ha sicuramente meno problemi economici rispetto agli altri impiegati».

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